REDAZIONE MILANO

Elezioni Milano 2016: "Io cieco, finalmente ho potuto votare. E ho scelto Sala"

Carlo Parolini non aveva potuto votare al primo turno per un disguido. E' tornato pretendendo scuse: "Per me l'importante aver potuto votare questa volta" di MARIANNA VAZZANA

Il signor Carlo Parolini, 76 anni, e la figlia Giada (34) che lo ha assistito nel voto

Milano, 20 giugno 2016 - Questa volta, dal seggio è uscito trionfante. Con la tessera elettorale timbrata e la consapevolezza di aver espresso il suo voto. Per chi? «Per Beppe Sala», dice a chi glielo domanda. È la vittoria del signor Carlo Parolini, 76 anni, cieco parziale (ventesimista). Avevamo raccontato la sua storia dopo il primo turno: «Non ho potuto esprimere il mio voto, nonostante il regolare timbro AVD (che sta per Diritto al voto assistito, ndr) apposto sulla mia tessera e nonostante abbia sempre votato così, assistito da mia figlia, da 10 anni. Il 5 giugno mi è stato detto che avrei dovuto portare anche la documentazione medica». Basito, l’anziano quel giorno era ritornato a casa senza aver votato. Ma ha scritto al Comune per avere lumi e protestare. Il Giorno ha raccontato la sua vicenda singolare. Palazzo Marino aveva risposto che il timbro AVD dà diritto al voto, senza altra valutazione da parte del presidente (della sezione). «Mi ripresenterò alla votazione di ballottaggio, con mia figlia, e pretenderò pubbliche scuse», aveva detto allora il signor Parolini. Ieri ha mantenuto la promessa: è tornato al suo seggio in piazzale Istria, zona viale Zara, per il ballottaggio. Stavolta presidente e scrutatori non si sono fatti trovare impreparati. E appena ha messo piede nell’aula in cui avrebbe dovuto votare, il signor Parolini è stato accolto pure da un agente di polizia locale per chiarire il «disguido » del 5 giugno. È emerso che «la presidente - racconta il 76enne - la volta scorsa si sarebbe allontanata proprio per informarsi sul mio caso ma che io me ne sarei andato via prima che ritornasse. Per forza... Già mi aveva chiesto la documentazione medica ». Archiviate le polemiche, ieri, regolamento alla mano, «mi hanno confermato che il timbro AVD è sufficiente per votare».

Ma un altro ostacolo è spuntato all’orizzionte: «Sempre sul regolamento che mi hanno mostrato c’era scritto che anche l’accompagnatore deve esibire la sua tessera elettorale. Nessuno ce lo aveva mai detto, né il 5 giugno ci era stato specificato. Comunque, fortuna che mia figlia l’aveva con sé», ieri. Altrimenti, i due avrebbero fatto un altro viaggio a vuoto. «Eppure avevamo chiesto informazioni su cosa portare, sia al Comune e sia a diverse associazioni di disabili. E nessuno ci ha detto servisse pure la tessera elettorale dell’accompagnatore. Bisognerebbe pubblicizzarlo ». E le scuse sono arrivate? «Diciamo di sì. L’importante, per me, è aver votato».