
Il nido sulla torre dei Santi Giacomo e Cristoforo, fotografato con il drone
Cerro al Lambo (Milano) - Simbolo di prosperità e fortuna, le cicogne sono tornate a popolare i Comuni del parco agricolo Sud Milano. E ora sono diventate stanziali: alcune di loro non si allontanano dal territorio neppure nei mesi più freddi. È il caso di Cerro al Lambro, dove una coppia di questi volatili ha trovato ormai il proprio habitat ideale sul campanile della chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo. Una presenza di buon auspicio, che è diventata parte del contesto. E se i bambini ne restano incantati, non mancano gli adulti che si ritrovano a loro volta col naso all’insù, rapiti dall’eleganza di quei voli. C’è chi le fotografa col drone (è il caso di Stefano Luciano, grande appassionato di scatti dall’alto), mente la Lipu, che nel corso degli anni ha organizzato diverse iniziative di osservazione, ha tributato a Cerro al Lambro la denominazione di “paese delle cicogne“. In questo periodo, meglio aguzzare la vista: la famiglia potrebbe essersi allargata con l’arrivo dei piccolini.
La prima comparsa delle cicogne a Cerro risale a circa dieci anni fa. Nel piccolo centro di 5mila anime l’evento fu salutato come una novità. Ora il paese conta di raddoppiare la popolazione alata, richiamando sul territorio altre cicogne attraverso una piattaforma aerea che sarà posizionata sull’antenna del 5G, ora in corso d’istallazione. "Ci è stato detto che dove c’è già una coppia è facile che ne arrivi un’altra: noi ci speriamo", dice il sindaco Marco Sassi.
Cerro al Lambro è in buona compagnia. Rozzano, Liscate, Comazzo e Salerano sul Lambro possono a loro volta vantare la presenza dell’uccello bianco, che la tradizione popolare associa ai nuovi nati. Il naturalista Walter Ferrari, di Peschiera Borromeo, ha mappato una trentina di nidi tra la bassa Bergamasca e il Lodigiano, passando per il Sud-Est Milanese. "Complici anche gli inverni meno rigidi, da alcuni anni si assiste a un fenomeno di progressivo ambientamento: le cicogne si stanno acclimatando e alcune non migrano più – spiega l’esperto –. I corsi d’acqua minori, canali e fossati, offrono del cibo facilmente reperibile. Istallare delle grosse voliere su alberi e pali è un modo per attirarle". E chissà che la loro presenza non sia di buon augurio per la ripresa demografica post Covid.