MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Il padre di Cristina Scozia travolta sulla ciclabile nel mirino: “I sensori siano obbligatori”

La figlia, madre di una bimba, fu falciata e uccisa lungo il percorso ora sotto accusa. “Sicuramente ci sono delle responsabilità, ma non sta a me puntare il dito contro qualcuno”

Raffaele Scozia, il padre di Cristina uccisa lo scorso 20 aprile da una betoniera

Raffaele Scozia, il padre di Cristina uccisa lo scorso 20 aprile da una betoniera

Milano, 28 dicembre 2023 - “A Natale il mio pensiero va in cielo, perché un pezzo del mio cuore vive lassù". Basterebbe solo leggere il post pubblicato su Facebook tre giorni fa da Raffaele Scozia, il padre di Cristina, uccisa lo scorso 20 aprile da una betoniera mentre pedalava in via Francesco Sforza all’angolo con corso di Porta Vittoria, per capire quanto il dolore non gli dia tregua.

Ora, la notizia dell’informazione di garanzia notificato all’assessore comunale milanese alla Sicurezza Marco Granelli, che all’epoca della realizzazione della ciclabile in via Sforza aveva le deleghe alla mobilità, al direttore del settore Mobilità e a un tecnico (un passaggio formale per verificare eventuali anomalie) riporta il pensiero a quel tragico giorno.

Ha saputo di questa notifica? Che ne pensa?

"Non ne sapevo nulla fino a questo momento. Io penso che sicuramente ci siano delle responsabilità ma non sta a me puntare il dito. In questo momento non entro nel merito di questa pista ciclabile disegnata in via Sforza, neppure sul versante “politico“, proprio perché c’è un’indagine in corso e noi familiari ci siamo affidati a dei legali".

Alcuni mesi fa si era espresso in generale sulle ciclabili, chiedendo che tutte fossero protette: è ancora di questa idea?

"Certamente, anzi la ribadisco: io penso che in una città come Milano non si faccia abbastanza per ciclisti e pedoni. Bisogna rendere più sicure le ciclabili dotandole di cordoli e facendo in modo che il percorso sia sempre separato da quello dei mezzi motorizzati. Propongo anche di sincronizzare i semafori in modo diverso, per far sì che ci sia un momento in cui sia garantito il verde solo a chi pedala o va a piedi, perché non sempre la precedenza viene concessa. Ma alla base ci deve comunque essere una cultura diversa, un’attenzione agli utenti deboli della strada: ci vuole rispetto, anche delle regole che già esistono, che purtroppo vengono spesso ignorate".

Il mese scorso, il Tar ha bocciato l’obbligo dei sensori introdotto dal Comune di Milano per camion e bus. Qual è stata la sua reazione?

"Ho dovuto incassare un altro duro colpo. In una città come Milano è impensabile non promuovere ogni accorgimento che potenzialmente può salvare vite sulle strade. I sensori vanno messi, non c’è ombra di dubbio".

Riceve ancora messaggi di affetto per Cristina?

"Continuamente, era molto amata. Una mamma e una lavoratrice esemplare, che ha lasciato il segno. Io ringrazio tutte le persone che ancora adesso, a distanza di mesi, non smettono di scrivermi. È un calore che mi fa bene".