Chiuse le attività del gommista Aiutò Barbaro con i servizi sociali

Comunicazione antimafia sull’officina di Buccinasco e sull’immobiliare di Trezzano dell’imprenditore Monteleone

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di Francesca Grillo

Nelle carte delle inchieste sulla penetrazione della ‘ndrangheta al Nord, il nome di Giuseppe Monteleone compare affiancato a quello di Rocco Barbaro, il "capo dei capi", come veniva definito anni fa, quando faceva affari da Buccinasco. Monteleone era il gommista che aveva aperto le porte della sua officina, in via Toscanelli, per consentire a Barbaro di uscire dal carcere e scontare i servizi sociali. Nel 2014 l’amministrazione si oppose con fermezza, sostenendo che "mandare un boss a scontare la pena a Buccinasco è come aggiungere un bicchiere di acqua sporca a un secchio già inquinato". L’officina è stata chiusa ora, in seguito alla comunicazione antimafia della prefettura. Nella comunicazione non sono indicate le motivazioni specifiche che hanno portato al provvedimento. Si sa solo che su Monteleone pendeva una misura di prevenzione ostativa che, di fatto, impedisce il proseguimento del lavoro. Non solo quello di gommista, ma anche come socio della Monteleone Immobiliare srls di Trezzano, attività che include anche la proprietà di immobili (pure a Buccinasco). Tutto chiuso.

"I nostri uffici – commenta il sindaco Rino Pruiti – hanno dato subito seguito alla comunicazione antimafia. L’organizzazione comunale prevede l’inserimento immediato nella Banca dati nazionale antimafia di tutte le operazioni immobiliari, commerciali, catastali e altro che avvengono nella nostra città: queste segnalazioni sono determinanti per esercitare controlli più efficaci e per eventuali chiusure. Il Comune fa la sua parte". Quindi, la chiusura potrebbe essere arrivata in seguito alla richiesta di controlli da parte del Comune, anche se nel documento non è espresso. Gli accertamenti hanno rilevato una situazione a rischio, un impedimento che chiaramente ha a che fare con connessioni mafiose rilevate dal provvedimento, tanto da bloccarne le attività. Monteleone non è mai stato un boss sul territorio, almeno dalle carte delle inchieste che lo hanno citato. La certezza, data dalle indagini e dalle intercettazioni, è che era comunque legato a doppio filo con la ‘ndrina dei Barbaro. Non solo perché si era reso subito disponibile a dare un lavoro fittizio a Rocco, ‘u sparitu, latitante arrestato anni dopo nella "sua" Platì e scarcerato di recente. Ma perché proprio a Barbaro si rivolgeva per derimere le questioni coi debitori.

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