
Cinquecentoundici persone hanno passato la quarantena nelle 280 stanze a quattro stelle dell’albergo "Covid", l’Hotel Michelangelo di piazza Luigi di Savoia accanto alla stazione Centrale che ha visto la sua torre di 17 piani trasformarsi in un luogo di accoglienza durante la pandemia, a disposizione di uomini e donne positivi al virus senza necessità di ricovero o loro "contatti stretti". Ora, trascorsi 100 giorni da quando il primo ospite ha varcato la soglia, è il momento di tirare le fila. Intanto, ricordiamo che il progetto è nato grazie a una convenzione tra Prefettura, Comune di Milano, Ats Milano Città Metropolitana e Asst Milano Nord con l’autorizzazione della Protezione Civile nazionale che rimborserà le spese sostenute (circa 500mila euro al mese). L’immobile è stato messo a disposizione dal gruppo Finleonardo, mentre la gestione è stata a cura della cooperativa Proges. Adesso, nelle stanze sono rimaste 35 persone: pochissime, considerando che in media gli ospiti sono stati 120, con un picco di 200 presenze tra metà aprile e metà maggio.
Ergo, "l’hotel Covid" verrà chiuso entro la metà di luglio, in concomitanza con il trasferimento dei soggetti ancora positivi nel presidio sanitario allestito dalla Croce Rossa italiana nella struttura di accoglienza di Linate, dell’Aeronautica militare, messa a disposizione dal Ministero della Difesa (come l’ex ospedale militare di Baggio). "Abbiamo dato una risposta concreta a un’esigenza – dichiara il prefetto Renato Saccone –: garantire l’isolamento. E questo è stato un luogo ‘fraterno’, non asettico. Faremo tesoro dell’esperienza". La vicesindaco Anna Scavuzzo sottolinea che "ora arriva il momento di restituzione alla città di un percorso: abbiamo affrontato questa emergenza con la collaborazione tra più enti".
Fondamentale l’apporto dell’assessorato all’Urbanistica per reperire gli spazi disponibili. Veniamo ai numeri: sono stati accolti 348 uomini e 163 donne, più del 50% in arrivo da ospedali, il 23,5% da strutture collettive di accoglienza, il 15% da caserme delle forze dell’ordine. Gli altri sono approdati al Michelangelo tramite canali del Comune, di Ats Milano Città Metropolitana o medici di base. L’età media? 42 anni. Circa la metà le persone tra i 40 e i 60 anni (45%). Il tempo medio di permanenza è stato di 28 giorni: record per due persone, rimaste più di due mesi. Gli ospiti erano tenuti a restare nelle proprie stanze, dove la loro salute veniva monitorata. A loro sono stati serviti oltre 28mila pasti e 14mila colazioni consegnate da Milano Ristorazione.
Marianna Vazzana