
di Annamaria Lazzari
C’è vita a Chinatown, anche se il movimento - complice la scarsità dei turisti stranieri - è un po’ meno intenso rispetto a un’estate fa. Ma se il confronto è con il centro, via Paolo Sarpi anche nella settimana post-Ferragosto rimane un quartiere ad alta frequentazione.
Un polo naturale per la folta comunità orientale, i milanesi rimasti in città e anche - ed è la novità - per i turisti di prossimità. Nell’anno delle vacanze in Italia, complice il Covid-19, non sono pochi i ragazzi lombardi che, per una veloce gita fuori porta, si recano nel quartiere cinese sotto la Madonnina, attratti dalla sua "wunderkammer" esotica. Un’offerta che contempla ristoranti etnici, street food, store di abbigliamento e tecnologia, negozi di chincaglierie. Per qualcuno un vero e proprio paradiso delle sorprese. "Il regno degli accessori e delle parrucche" secondo Laura Rando, cosplayer per passione: vuole dire che nel tempo libero ama indossare - come tanti giovanissimi - i costumi di personaggi dei film, fumetti, cartoni animati o videogames.
"Io personalmente amo incarnare il personaggio di Lara Croft, protagonista della serie di Tomb Raider, e qui scovo tanti oggetti che si abbinano al mondo fantasy della mia eroina" spiega Laura, dalla provincia di Milano. C’è poi il fascino dello street food made in Chinatown. Un trend sul web secondo Lorenzo Ciorra, dalla provincia di Varese: "Sui social e i blog sono in tanti ad elogiare le virtù culinarie dei locali cinesi della zona. Io sto facendo un vero e proprio tour fra i vari indirizzi".
Fra i più gettonati la "Ravioleria Sarpi" e il "25", dove le code all’ora di pranzo non mancano mai. Merito anche di una cucina etnica più leggera rispetto alle ricette tradizionali. Così al posto del classico involtino primavera fritto, qui si può trovare una variante più glamour, l’"involtino fresco", con la pastella preparata con farina biologica e ripieno di gamberone lesso. Anche il Baozi, panino cinese cotto al vapore, qui è proposto nella versione dove bio sono farina, lievito e la carne di maiale. "Una prelibatezza" per Caterina Piratoni che è venuta fino a Chinatown in bicicletta da San Donato. Le attività italiane rimaste ravvisano un calo degli affari determinato dalla scomparsa dei turisti stranieri e degli impiegati ancora in smart working: "A Paolo Sarpi c’è sempre un po’ di movimento grazie ai negozi sempre aperti ma rispetto alle estati scorse si vede in giro molta meno gente, 40% in meno. Per chi ha un bar l’assenza dei lavoratori pesa" afferma Cesare Ghidini, titolare della torrefazione “Coraçao do Brasil“. "Temo che tanti viaggiatori dall’estero non li vedremo per un pezzo" aggiunge Luca Sarais, titolare delle Cantine Isola. Ma l’enoteca ha per fortuna altri assi nella manica: "Il fascino di una storia lunga 120 anni, la clientela fidelizzata. Offriamo buon calice di vino, un sorriso e un po’ di socialità. Nell’era in cui si lavora da casa e da soli, diventa un’occasione preziosa".