STEFANO
Cronaca

Chi può “aggredire” la prima casa? Come difendersi? Ecco le risposte

Pillitteri La preoccupazione di “perdere la casa all’asta” costituisce il filo conduttore di diverse lettere ricevute dai lettori. Vale,...

Pillitteri La preoccupazione di “perdere la casa all’asta” costituisce il filo conduttore di diverse lettere ricevute dai lettori. Vale,...

Pillitteri La preoccupazione di “perdere la casa all’asta” costituisce il filo conduttore di diverse lettere ricevute dai lettori. Vale,...

PillitteriLa preoccupazione di “perdere la casa all’asta” costituisce il filo conduttore di diverse lettere ricevute dai lettori. Vale, dunque, la pena di fare brevemente il punto. Per i creditori “privati” (Banche, finanziarie, condomini ecc.) non sussistono limiti di legge alla facoltà di promuovere un’esecuzione forzata sull’immobile di proprietà del debitore. Si tratta, però, di una procedura lunga e costosa e, quindi, generalmente viene esperita solo se il credito da recuperare sia di una certa importanza. Ma può colpire anche la prima casa. E non sempre il valore di realizzo copre l’intero debito. Il rischio, dunque, è ritrovarsi senza un tetto ma con ancora un debito sulle spalle.

Per questo conviene valutare la percorribilità della liquidazione controllata del patrimonio. La casa viene comunque venduta. Ma il creditore non può più agire per eventuali residui. Le cose cambiano se il creditore è il fisco. Dal 2013 vige il divieto, per l’agente della riscossione, di procedere al pignoramento della casa in cui il debitore abbia la propria residenza anagrafica e si tratti dell’unico immobile di proprietà. Fanno eccezione gli immobili “di lusso” ossia che risultino accatastati come ville o castelli.

Se, invece, il debitore è proprietario di più immobili, possono essere pignorati solo se il debito sia superiore ai 120mila euro. Considerato il tempo trascorso dall’introduzione della norma, che la prima casa non possa essere toccata dal fisco dovrebbe costituire di un principio del tutto pacifico. Eppure capita ancora che l’Agenzia delle Entrate “ci tenti”. Una recente sentenza della Cassazione ha, infatti, dichiarato nullo un pignoramento azionato sulla prima casa e “validato”, in prima battuta, dalla competente Commissione Tributaria. Anche nel diritto capita di dover ribadire ciò che è ovvio. Per dirla con il latino “repetita juvant”.

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