SIMONA BALLATORE
Cronaca

ChatGpt a scuola, la pagella dell’algoritmo e i trucchi anti-furbetti

Milano, gli esperimenti di alunni e professori. Tutorial per aggirare i divieti e certezze: "Evolve alla velocità della luce, arranchiamo per capirci qualcosa"

Studenti al computer

Studenti al computer

Promossa in latino: "ChatGpt fa le versioni meglio di me", ammette una liceale, tra le prime della classe: "Certo, la differenza sta nelle sfumature". Se la cava in biologia: "Le ho chiesto per quale ragione nel calcolare il bilancio energetico della glicolisi la resa in termini di molecole di Atp si moltiplichi per 2, ma poteva far di meglio... non ho preso il punteggio massimo", racconta un altro studente. In chimica zoppica ancora: "Una prof ha beccato un mio compagno perché ha messo traduzioni diverse per la stessa molecola". Intanto anche i prof cominciano a usare il modello di chatbot basato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico, sviluppato da OpenAI e bannato da ieri in Italia. Ma quello sembra un dettaglio.

Mentre nella pagina si leggeva "Chatgpt disabled for users in Italy" circolavano già tutorial per aggirare il divieto e connettersi, formalmente, da oltre confine. D’altronde pure lei, interrogata sul tema, poco prima di chiudere il "campo da gioco" italiano, rispondeva così: "Mi spiace, ma non sono un essere umano e non sono in grado di essere bloccato dal Garante per la Privacy in Italia o in qualsiasi altra giurisdizione. Sono un programma di intelligenza artificiale che funziona su piattaforma online, non ho alcuna posizione fisica o legale". Sarà. Poco dopo su Twitter la società ha dato il suo "arrivederci" al Belpaese, certo non è un addio. E mentre il dibattito su rischi e opportunità continua, c’è chi nell’universo scuola continua a smanettare su chat simili e a fare esperimenti. Chi per correggere in pochi minuti montagne di compiti, chi per creare verifiche e - ultima frontiera - c’è chi usa l’intelligenza artificiale per stendere test a prova di intelligenza artificiale e copiature.

«Mi sono iscritto anch’io a ChatGpt e mi stavo divertendo a fargli domande - ammette pure il preside del liceo Volta, Domenico Squillace -. Non ho evidenza di quanti studenti la usino, so che alcuni docenti sì, e sono curiosi. Copiare si è sempre copiato, non è quello il tema. Forse dovremmo interrogarci su come fare verifiche più creative, che non si fermino alla solita versione o alla ricerca su Machiavelli". "Il grande tema dei licei classici è: ma traduce dal latino-greco? La risposta è sì e pare anche discretamente o bene", commenta Elena D’Incerti, prof di greco e latino al liceo Beccaria, che ha scaricato l’app e ci sta studiando su. Con un collega ha provato a porre un quesito di italiano sul tema della noia in Leopardi. "La risposta è corretta ma generica (su Internet si trova di meglio) – spiega –. I testi proposti invece sono anche “fake”: ad esempio c’è una fantomatica poesia “All’isolato” che non esiste. Però di ChatGpt noi abbiamo usato la versione base e non la versione pro e sono convinta che questa sia solo l’alba dell’Intelligenza artificiale. Che evolve alla velocità della luce, mentre noi arranchiamo cercando di capirci qualcosa. Credo che di questo argomento si debba parlare in classe. Molto. Senza pregiudizi o demonizzazioni, ma sviscerandone pregi e rischi, soprattutto di natura sociale: eliminerà professioni e posti di lavoro e acuirà le differenze di classe?".