NICOLA PALMA
Cronaca

Certificati fasulli per richiedenti asilo. Sequestrato il tesoro del "mediatore"

I migranti pagavano il trentasettenne egiziano Elgamal e la moglie per avere la dichiarazione di ospitalità. La coppia ha reinvestito i soldi in immobili e terreni. L’indagine dell’Anticrimine e la misura del Tribunale.

Certificati fasulli per richiedenti asilo. Sequestrato il tesoro del "mediatore"

Certificati fasulli per richiedenti asilo. Sequestrato il tesoro del "mediatore"

Negli ultimi dodici anni, il trentasettenne egiziano Mohamed Taher Ahmed Elgamal ha dichiarato al Fisco poco più di 152mila euro, con una media di poco inferiore ai 13mila euro all’anno. Ovvero 1.057 euro al mese, ben al di sotto della soglia di povertà fissata dall’Istat a 1.684 euro al mese per una famiglia di cinque persone come la sua. Trascurabile il reddito della moglie ventottenne Abdelaal Reda Neama Ali, che ha dichiarato 800 euro solo nel 2020. Domanda: come ha fatto la coppia a comprare tra il 25 luglio 2018 e il 30 gennaio 2023 undici abitazioni e un box a Pioltello e altri tre appartamenti in provincia di Sondrio, spendendo 474mila euro?

La risposta è arrivata nel dicembre scorso, quando gli investigatori della Squadra mobile hanno arrestato lui e affibbiato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a lei a valle di un’indagine su un lucroso giro di finte dichiarazioni di ospitalità presentate da cittadini stranieri per ottenere il permesso di soggiorno. Da quell’indagine è nato il sequestro eseguito ieri mattina: tutti i beni riconducibili a Elgamal, quindici immobili e cinque terreni (compreso un vigneto), sono finiti sotto sigilli, sulla base del provvedimento emesso dalla sezione autonoma Misure di prevenzione del Tribunale su istanza della Questura. Valore complessivo: 1,5 milioni di euro. L’attività che ha portato alla complessa ricostruzione del patrimonio economico della coppia di egiziani è partita dai controlli degli agenti della Divisione Anticrimine di via Fatebenefratelli, coordinati dal dirigente Salvatore Anania, che hanno acceso i fari sull’anomala presentazione di richieste di ospitalità effettuate dal trentasettenne a favore di suoi connazionali. Quello spunto, sviluppato dai colleghi dell’Ufficio immigrazione, ha poi portato all’inchiesta della Mobile, che ha indagato Elgamal per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, intestazione fittizia di beni e autoriciclaggio. In sostanza, il trentasettenne e la compagna si facevano pagare per presentare la documentazione per conto terzi, reinvestendo il denaro in appartamenti e terreni agricoli.

Nel periodo compreso tra il 30 giugno 2020 e l’8 agosto 2023, i due, aiutati da altre sei persone, avrebbero presentato al Comune di Pioltello ben 60 dichiarazioni di ospitalità e 7 iscrizioni anagrafiche di residenza fittizie a favore di altrettanti cittadini extracomunitari, ricavando una cifra superiore a 100mila euro. Le indagini hanno ricostruito che un richiedente asilo versava 700-800 euro per una dichiarazione di ospitalità nel Comune dell’hinterland; la cifra scendeva a 600 euro se la stessa istanza veniva presentata nei Comuni di Tresivio o Teglio. Un’iscrizione anagrafica di residenza valeva invece mille euro.