
I soccorritori della Croce bianca non hanno potuto fare nulla per l’adolescente
Cernusco (Milano) - Sembrava dormisse e invece Roberto non c’era più. A ritrovare il tredicenne di Cernusco morto nella sua camera da letto sono stati i genitori, venerdì mattina. Erano andati a svegliarlo come sempre, ma hanno trovato il figlio esanime. Inutile la corsa dell’auto medica, i sanitari non hanno potuto fare nulla per rianimarlo. Il corpo è stato portato all’Istituto di Medicina legale a Milano, dove verrà eseguita l’autopsia per stabilire la causa del decesso.
Nessun dubbio sul fatto che sia un caso di morte naturale. La notizia è subito rimbalzata a scuola, la media Margherita Hack di piazza Unità d’Italia. L’adolescente aveva sostenuto l’esame di licenza solo martedì scorso. Nessuna nuvola all’orizzonte. Sconvolti insegnanti e compagni che hanno subito scritto un messaggio per l’amico: "Ciao Roberto, eri affettuoso e sensibile. Ci stringiamo alla tua famiglia". Accanto alle parole, un plumbago, il gelsomino azzurro, l’ultima carezza per l’angelo volato in cielo. Le domande sulla fine del ragazzo sono inevitabili. La comunità intera è sgomenta di fronte a uno strappo così drammatico. "C’è spazio solo per il dolore e un abbraccio ai genitori chiamati ad affrontare la prova più difficile – dice Nico Acampora, assessore all’Istruzione –. Tutti noi ci uniamo a loro nel ricordo del figlio. È difficile accettare una cosa del genere". L’esame sulla salma dirà cosa ha innescato la tragedia all’apparenza inspiegabile.
È il secondo ragazzino che muore nel sonno in pochi giorni a una manciata di chilometri. L’altro caso riguarda un quindicenne di Concorezzo, anche lui ritrovato dai familiari quando non c’era più niente da fare. Senza vita, nel suo letto, il primo giorno delle vacanze dopo la fine della scuola. Promosso, al tecnico Mapelli di Monza, dove il lutto è calato come una cappa. Anche per lui la procura ha chiesto l’intervento del patologo e la ricostruzione più attenta dei suoi ultimi giorni di vita ha aperto la strada al sospetto del Covid. Sintomi che sembravano slegati hanno spinto gli specialisti a eseguire il test post-mortem per cercare il Sars-Cov 2. Un’ipotesi che getta una luce diversa sull’episodio. E ora la città aspetta di sapere se sia l’ennesima vittima della pandemia.