In 4 sulla gru a 10 metri d’altezza: "Vogliamo i nostri soldi". La turbolenta sequenza, interrotta in meno di mezz’ora dall’arrivo dei carabinieri, si è consumata in pieno centro e di prima mattina, nel cantiere di via Mazzini dove, da un anno, sono in corso i lavori per realizzare il centro per l’autismo Casa Eden. I protagonisti della ‘spericolata’ dimostrazione sono 4 operai egiziani in carico a un’impresa che per alcuni mesi, sino a maggio, ha svolto lavori in regime di subappalto. All’impresa, a quanto risulta, erano stati sospesi gli ultimi pagamenti da parte dell’azienda bergamasca appaltatrice principale dell’opera per verifiche, ancora in corso, sulla regolarità della documentazione presentata. I manifestanti sono stati fotosegnalati, approfondimenti sull’episodio sono in corso da parte dei carabinieri.
Totalmente estranea la Fondazione Bfz committente della maxi opera: "Attendiamo a nostra volta che siano chiariti i contorni – così Vittorio Caglio, direttore della fondazione – e naturalmente non abbiamo alcun ruolo in quanto accaduto. Diciamo che abbiamo però avuto una prova ulteriore della serietà dell’impresa cui, a suo tempo, abbiamo affidato questa importantissima opera. Il pagamento è stato bloccato ma per verifiche su presunte irregolarità: peraltro proprio sulla parte documentaria, dovuta per legge, che riguarda il regolare versamento dei contributi agli operai". Erano passate da poco le 8 del mattino quando i 4, tutti egiziani fra i 22 e i 26 anni, e fra questi anche il titolare dell’impresa subappaltatrice, si sono presentati sull’area del cantiere in piazza della Chiesa e sono saliti sulla gru. A situazione risolta, l’attività è ripresa regolarmente.