La stima del governatore Fontana: "In Lombardia centomila profughi dall'Ucraina"

Secondo il presidente tanti sono quelli che potrebbero arrivare. La Regione studia il piano di accoglienza: Covid-hotel ma anche alloggi Aler

Ieri a Palazzo Lombardia preghiera per la pace con la chiesa russa e quella ucraina

Ieri a Palazzo Lombardia preghiera per la pace con la chiesa russa e quella ucraina

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Milano - ​«Ci aspettiamo un flusso di 100.000 profughi dall’Ucraina considerando che in Lombardia risiedono 55.000 ucraini sui 240.000 che vivono in Italia". Questa la stima ipotizzata ieri dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nel corso di un intervento a Radio24. Il governatore ha preso in considerazione quanti, tra gli ucraini, hanno già un riferimento o un contatto in Lombardia e subito dopo ha fatto sapere che è in via di definizione il piano per accogliere chi lascia Kiev per fuggire all’invasione dell’esercito russo, la cui violenza non sta risparmiando neppure i civili.

"Ci stiamo dando da fare – ha spiegato Fontana –, stiamo predisponendo la distribuzione dei profughi, individuando le strutture ricettive nelle quali accoglierli, per esempio stiamo riattivando gli ex Covid-hotel, e stiamo cercando di capire se ci sono case Aler disponibili. Inoltre dalla sera stessa che è iniziata la guerra, con la Fondazione onlus Soleterre, stiamo cercando di tutelare i bambini malati di cancro, che la fondazione già curava in Ucraina, per portarli innanzitutto in Polonia, dove verrebbero ricoverati. E poi quelli che possono essere ulteriormente spostati, li faremmo venire in Lombardia".

"Abbiamo raggiunto un accordo con l’ospedale San Matteo di Pavia  - aggiuge poi - e con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano perché possano assisterli". Allertate, infine, anche le organizzazioni non governative e le associazioni di volontariato del territorio "per avere la loro collaborazione, perché come sempre nelle situazioni di emergenza sono fondamentali, ovviamente coordinati con la Protezione Civile regionale e nazionale che fa da regia".

È l’assessore regionale Pietro Foroni a spiegare come si sta muovendo la Protezione Civile lombarda: "I nostri uffici, insieme alla sala operativa regionale, sono costantemente in contatto con il Dipartimento Nazionale di Protezione civile per fornire assistenza alla popolazione e contribuire nelle eventuali operazioni di accoglienza. Al momento si stanno individuando due filiere di intervento per i profughi: relazioni bilaterali dirette tra le comunità ucraine e Paesi dell’Unione Europea con comunità ucraina residente e – seconda filiera – flussi di profughi non organizzati verso la Polonia e Slovacchia da ripartire all’interno dell’Unione Europea".

"È in corso la definizione della prima ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione civile per assistenza alla popolazione che proviene dalle zone di guerra. Sulla base delle prime ricognizioni effettuate a livello nazionale, sono circa 2000 le persone già arrivate in Italia in modalità autonoma".

 

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