
Capodanno a Milano: dai ristorantini romantici al brindisi in piazza
Milano, 29 dicembre 2017 - La rivoluzione? A Capodanno non la fa davvero nessuno: non si fanno azzardi con l’anno che sta arrivando. E allora, qualche scintilla, una spruzzata di fantasia, ma molta, molta tradizione. Ovvero: feste in casa con gli amici, ma ancora di più nelle piazze e al ristorante. E infatti – dati della Camera di Commercio alla mano – saranno tantissimi i milanesi che metteranno le gambe sotto il tavolo (il 29,9% del campione analizzato), divisi tra chi cerca un ragionevole compromesso tra voglie e costi e chi è invece disposto a spendere cifre elevate per marcare il tempo che passa e dare il benvenuto al 2018. Si viaggia sui 150-250 euro negli «ètoilés» della città: tra gli altri, al Lume di Luigi Taglienti (viale Watt), che propone un San Silvestro stellato a 180 euro. Ma vanno molto anche i ristoranti d’albergo, come il «RubaCuori» di Chateau Monfort (corso Concordia) dove il cenone (250 euro) si materializzerà tra ostriche e foie gras, con finale, a mezzanotte, a base di lenticchie e cotechino. Sui 180 euro il Capodanno anche nell’elegante «Ecrudo» di via Savona, nuovo must della Milano che ama il «food&living», con piatti siglati dagli chef Vezzoli e Mancuso che scomodano lo scampo scottato con il foie gras e il filetto di fassona con salsa al tartufo. Costi più contenuti all’Isola sulle Nuvole (via Garigliano) con menù speciale firmato da Luca Leone Zampa a 70 euro, e ancora inferiori (65 euro) a «La Rava e la Fava» di via Principe Eugenio. Molte richieste per i locali esotici. Il Dim Sum di via Bixio opta per 10 tipologie di tapas orientali e lo Champagne Blanc de Blancs Perrier-Jouët a 140 euro; il giapponese Nishiki (corso Lodi), declina il Capodanno sul tema sushi a 75 euro; e il Riad Yacout di via Cadore sfoggia il meglio della cucina maghrebina (pastille, tajine, etc.) e spettacoli live di danza indiana (dai 100 ai 300 euro), con soluzioni da 40 euro (dalle 23,30) per brindisi, drink, cotechino e lenticchie.
La provincia si prende una buona fetta di milanesi in vena di festeggiamenti gourmet, se è vero che molte trattorie e locande segnalano il tutto esaurito. Tra le più gettonate, La Rampina di San Donato Milanese: 11 portate a 110 euro (tutto incluso) e «Cascina Galizia» di Cuggiono, ampia scelta di piatti della solida cucina italica (75 euro) e gran finale con il panettone artigianale del maestro fornaio. Certo, per il 31 dicembre, spopola sempre lo Champagne, con una preferenza dichiarata – conferma «Nicolas Feuillatte» che è tra i maggiori brand transalpini delle mitiche bollicine – per i Millesimati e i Grand Cru, soprattutto da bere a tutto pasto. Ma entro i confini italici resta fortissima l’attrazione del Prosecco e delle maison più blasonate della Franciacorta (Ca’ del Bosco, Bellavista, Berlucchi, etc.), con il Satèn sempre più richiesto tra i vini emozionali: morbido, cremoso ed elegante. La tentazione? Snobbare gli spumanti e affidare il benvenuto all’anno che arriva ad una solenne Grappa Riserva. Ed è curioso che nello store Mazzetti d’Altavilla, in via Marghera, qualcuno abbia cominciato ad ordinare un prodotto ad hoc per il fatidico scoccare della mezzanotte. Pare vada molto la «7.0», definita «grappa da meditazione». Il silenzio - è cosa nota – è molto più beneaugurante della baldoria.