LUCA TAVECCHIO
Cronaca

Castello di Macconago, dalla furia sanguinaria dei Visconti alle feste di Berlusconi: storia del maniero più antico di Milano

L’edificio venne costruito tra il 1330 e il 1340, al suo interno si sono succedute alcune delle più importanti famiglie lombarde: ci sarebbe anche un passaggio sottorreneo di 3 chilometri

Il castello di Macconago
Il castello di Macconago

Milano – Storie d’amore e di sangue, passaggi segreti, antiche nobili famiglie. È degna di un romanzo la storia del castello più antico di Milano, quello di Macconago, in una delle poche zone rurali superstiti di Milano, che si incontra oltre via Ripamonti verso Opera.

Il Castello di Macconago
Il Castello di Macconago

Più antico del Castello Sforzesco

Del resto, l’edificio è stato costruito tra il 1330 e 1340, trent’anni prima del più famoso Castello Sforzesco. La piccola fortezza del sud Milano, come il “fratello” maggiore (solo nelle dimensioni però) del centro, è tipicamente viscontea, con pianta quadrata, due torri di avvistamento, merlature (qui a coda di rondine, squadrate al Castello Sforzesco), i camminamenti in cima

Lo stemma del castello di Macconago
Lo stemma del castello di Macconago

La brutta fine dei Pusterla

La storia della dimora affonda, in parte, nella lotta per il dominio del Ducato di Milano nel XIV secolo. Dopo la costruzione i Visconti lo affidarono a un ramo della famiglia Pusterla, una delle più antiche di Milano (si ha notizia di un arcivescovo Pusterla addirittura nel IX secolo) proprietaria di numerosi palazzi, tra i quali l’imponente villa di Mombello, a Limbiate, poi diventata sede del noto manicomio. Le sorti della famiglia iniziarono a declinare verso la fine del 1.300, quando Francescolo Pusterla partecipò alla congiura contro Luchino Visconti, signore di Milano. Una scelta quella del rampollo di casa Pusterla che, oltre a motivazioni politiche (in tanti, tra i quali parenti dello stesso Luchino, avevano ragioni per eliminarlo), pare avesse anche motivazioni sentimentali: il tiranno di Milano si innamorò infatti della moglie di Franciscolo, Margherita Visconti (cugina di Luchino), insidiandola in più occasioni. La congiura non ottenne il risultato sperato, così il Visconti fece imprigionare la cugina e ordinò la decapitazione di Franciscolo e dei suoi 4 figli. La vicenda è narrata, tra gli altri, da Cesare Cantù nel romanzo del 1838 dal titolo, appunto, “Margherita Pusterla”.

Il testamento e la peste

Le prime notizie storiche certe sul Castello di Macconago risalgono a un testamento del 1571, quando Alessandro Vimercati lasciò la rocca ad Antonio Maria Calchi, la cui famiglia mantenne la proprietà fino 1630, anno tristemente noto nella storia non solo milanese, per la terribile epidemia di peste che sterminò, nella sola Italia settentrionale, circa 1,1 milioni di persone.

L’arrivo dei conti Greppi 

Ai Calchi subentrarono i Marliani, discendenti dalla famiglia patrizia romana dei Manlii, e conti di Busto Arsizio esiste ancora Palazzo Marliani-Cicogna e una via della città è dedicata a uno degli esponenti più illustri della famiglia, Paolo Camillo).  A metà dell’Ottocento la residenze venne acquistata dal conte Giuseppe Greppi, ambasciatore e senatore del Regno d’Italia, che divenne così proprietario dell’intero borgo. L’ultimo passaggio di mano è storia recente: nel 1972 fu Vanda Gavana a comprare la tenuta dall’immobiliare Macconago di Lorenzo Greppi (discendente del conte) e Luigi Cadorna (discendente e omonimo del generale). L’attuale proprietario Franco Ferrario Gavana, che abita il maniero con la moglie Monica Franzoni, racconta che la madre “nel 1971 sbagliò strada mentre cercava Chiaravalle e si accorse di questo posto: un rudere”.

Umberto Veronesi con i proprietari del castello di Macconago
Umberto Veronesi con i proprietari del castello di Macconago

Tra Ligresti e Berlusconi

L’acquisto della signora Vanda salvò, di fatto, lo storico edificio dalle mire di Salvatore Ligresti, che acquisto invece buona parte del borgo che sorge intorno al castello. Fino a 6 anni fa la dimora, oltre a ospitare i proprietari, faceva anche da location per eventi. Qui, per esempio, vennero ospitate le riunioni del Comitato scientifico dell’Istituto Europeo Oncologico, che sorge a due passi, con Umberto Veronesi e il premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco. Tra le varie iniziative che si tennero negli anni nel castello anche una festa organizzata da Silvio Berlusconi nel 1987 per l’acquisto da parte del suo Milan del fuoriclasse olandese Ruud Gullit

I sotterranei e Chiaravalle

Tra le meraviglie del castello di Macconago, oltre al fiabesco giardino esterno, sono da segnalare le sale affrescate, mobili e oggetti antichi e i monumentali camini cinquecenteschi. Particolarmente suggestivi poi sono i sotterranei, nei cui ambienti si alternano volte a crociera e volte a botte. Tra le storie più affascinanti che riguardano il sottosuolo della fortezza c’è anche quella di un lungo passaggio sotterraneo, di oltre 3 chilometri, che collegava la proprietà all’Abbazia di Chiaravalle

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro