Caso Petrobras, tutti prosciolti dopo nove anni

La Cassazione conferma il proscioglimento nel caso Petrobras per gli amministratori di San Faustin, holding del gruppo Techint, Gianfelice Rocca, Paolo Rocca e Roberto Bonatti. La presunta corruzione internazionale in Brasile tra il 2009 e il 2013 è definitivamente caduta. La sentenza è accolta con soddisfazione dopo 9 anni di indagini e processo.

Caso Petrobras, tutti prosciolti dopo nove anni

Caso Petrobras, tutti prosciolti dopo nove anni

La Cassazione chiude, definitivamente, il “caso Petrobras“. È stata confermata infatti la sentenza del Tribunale di Milano di proscioglimento per "non doversi procedere" per gli amministratori e soci di riferimento di San Faustin, holding del gruppo Techint, Gianfelice Rocca (ex presidente di Assolombarda), suo fratello Paolo e il cugino Roberto Bonatti, e per la stessa società. La Procura milanese aveva ipotizzato una presunta corruzione internazionale da quasi 6,6 milioni di euro, realizzata tra il 2009 e il 2013 in Brasile. Ipotesi ora caduta in via definitiva. La Corte di Cassazione, chiarisce una nota di San Faustin-Techint, "ha disposto la conferma in via definitiva della sentenza del Tribunale di Milano" del 26 maggio del 2022.

"Si pone così la parola fine a un processo che secondo il Tribunale non avrebbe mai dovuto iniziare - si legge ancora -. Il Gruppo San Faustin accoglie la sentenza definitiva con grande soddisfazione, per una vicenda giudiziaria durata 9 anni fra indagini e processo, con grande dispendio di risorse di tutte le parti coinvolte". E si "conferma così l’estraneità degli amministratori di San Faustin ai fatti e la correttezza del loro operato". I giudici di primo grado avevano stabilito due anni fa che "l’azione penale non doveva nemmeno essere iniziata per difetto di giurisdizione". Per i giudici non solo è stato "acclarato che l’accordo corruttivo" ipotizzato dai pm "non si è concluso in Italia", ma pure che non c’è stato alcun coinvolgimento di San Faustin, holding del gruppo Techint, né dei suoi vertici. La Cassazione (sesta sezione penale) ha disposto il rigetto "totale" del ricorso presentato dai pm Fabio De Pasquale e Donata Costa. Ricorso che era stato trasmesso alla Suprema Corte dalla Corte d’Appello di Milano il 22 febbraio scorso, riqualificato "come ricorso per Cassazione".