M.CONS.
Cronaca

Strage nelle case di riposo milanesi, l’inchiesta si allarga

Dopo il Pio Albergo Trivulzio le verifiche della magistratura ora coinvolgono gran parte delle strutture cittadine

Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano coordina i pm che indagano

Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano coordina i pm che indagano

Milano, 26 aprile 2020 - Almeno venti fascicoli aperti, ma è difficile tenere il conto. L’inchiesta della magistratura sulla strage silenziosa nelle case di riposo tende ad allargarsi. Partita dal caso più clamoroso, quello del Pio Albergo Trivulzio, la storica Baggina dove nel lontano ’92 debuttò Tangentopoli, ormai ricomprende buona parte delle residenze assistenziali in città, dove nell’ultimo mese e mezzo per colpa del virus gli anziani sono morti a centinaia.

Le indagini ruotano intorno alla delibera regionale che consentì loro di accogliere malati Covid. Gli inquirenti vogliono capire cosa successe dopo, ma anche - prima - con quali modalità certe residenze avessero accolto già a gennaio pazienti dimessi dagli ospedali con strane polmoniti. E se, scattato l’allarme virus, siano stati fatti i tamponi, se i contagiati siano stati tenuti separati dagli altri ospiti e che livello di protezione avessero gli operatori di ciascuna casa di riposo. Man mano che si acqusiscono documenti e cartelle cliniche, l’elenco dei responsabili delle strutture che finiscono nel registro indagati si allunga. È già successo con i vertici del Trivulzio, del“Don Gnocchi, della Sacra Famiglia di Cesano Boscone dove Silvio Berlusconi condannato in sede penale e affidato al servizio sociale intratteneva i vecchietti. Toccherà anche agli altri.

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