ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Case popolari di via Rilke, nelle cantine regno del degrado e ricovero di disperati: tra topi, scarafaggi e cumuli di rifiuti

Milano, viaggio nel caseggiato di Ponte Lambro danneggiato dall’incendio del Ferragosto 2021. I residenti: “I cancelli sempre aperti, la sera ci barrichiamo dietro la porta”

Le cantine dello stabile di via Rilke 6

Milano – Le pareti interne, che due anni fa erano incrostate di fuliggine al piano rialzato della palazzina di via Rilke, sono tornate linde. E le sette famiglie sfollate dopo l’incendio scoppiato il Ferragosto del 2021, sono rientrate da parecchio tempo a casa o si sono trasferite altrove. Ma è nelle viscere degli alloggi popolari gestiti da MM a Ponte Lambro che bisogna scendere per capire il senso di scoramento che scuote gli abitanti, a distanza di due anni dal rogo. "Ci sentiamo abbandonati in un ghetto, tagliati fuori dalla città", spiega Simone Praderio, 37 anni, che vive nelle case popolari all’estrema periferia est da 10 anni con la compagna e la madre di lei.

Il problema si trova scendendo giù. Le cantine del civico 6 sono un bivacco di fortuna per disperati: il problema che esiste da un po’ "si è ingigantito negli ultimi tempi", rimarca Praderio che è pure vicepresidente del comitato Ponte Lambro.

Per aprire la porta scassata del seminterrato non servono chiavi, basta fare leva con una tessera in plastica qualunque. A tradire presenze umane nel sottosuolo i materassi sdruciti, gli stracci rinchiusi in valigie e i resti di pasti consumati alla luce di un cellulare presumibilmente perché i neon, se si schiaccia l’interruttore, rimangono spenti.

In questo tugurio infestato dalla puzza del cibo putrefatto e dalla sporcizia, addossati alle pareti fatiscenti si scorgono montagne di elettrodomestici e ricambi di moto e auto che, secondo il racconto unanime dei residenti, "vengono prima cannibalizzate nei cortili esterni". C’è pure un messaggio-sfida agli addetti agli sgomberi: "Fatemi sapere il giorno in cui passate... Così vi faccio trovare la cantina piena di roba", si legge su un cartello attaccato alla porta.

"Di notte è un continuo viavai fuori e dentro il caseggiato perché tutte le serrature dei cancelli sono rotte e può infilarsi chiunque nel palazzo. Non sappiamo cosa vengano a fare nelle cantine, oltre a dormire, perché noi – intendo gli inquilini regolari - a una certa ora ci barrichiamo in casa. Se ci fosse un corto circuito però la tragedia sarebbe assicurata per tutti", spiega Praderio.

Il ricordo va al disastro scampato di 2 anni fa. Erano le 20.30 del 15 agosto del 2021 quando il fumo, partito in corrispondenza di una sedia sedie a rotelle elettrica abbandonata in un corridoio, aveva spedito 18 persone (tra cui sei bambini) in ospedale per intossicazione. Le fiamme avrebbero potuto avere conseguenze più gravi se non fosse stato per la prontezza degli abitanti che avevano lanciato l’allarme e l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco che aveva salvato i più piccoli adoperando coperte bagnate. Per la Questura c’erano pochi dubbi sull’origine dolosa delle fiamme, essendo state trovate tracce di liquido infiammabile. "Ma il nome del responsabile, da quanto risulta a noi, non è mai saltato fuori" precisa Praderio.

Nello stabile da 3 piani, oltre al rialzato, con una sessantina di appartamenti in cui abitano una marea di abusivi, ci sono anche problemi di igiene. A partire dall’appartamento di un accumulatore seriale di 54 anni, ritrovato morto il 27 agosto del 2021 a distanza di giorni dal decesso. "Hanno messo una lastra sulla porta ma non l’hanno mai sgomberato", assicura il residente. Nella stanza dei rifiuti i sacchi di indifferenziata si accumulano in modo disordinato. "Colpa degli incivili. Così scarafaggi e topi si moltiplicano: sono arrivati fin dentro casa mia", si sfoga un’inquilina anziana. "Invece che cacciare le persone che hanno il solo torto di non potersi permettere un affitto nel mercato privato sarebbe meglio regolarizzare gli occupanti: un modo per incentivare l’assunzione di responsabilità e avere anche più soldi per la manutenzione", la posizione di Calogero Sanfilippo, 86 anni, che abita nello stabile con la moglie Grazia, più giovane di dieci anni, dal 1985.

La coppia era rimasta sfollata per 4 mesi a causa delle fiamme. "Hanno sistemato bene la nostra casa, altroché. Ma lì sotto, nel ventre del palazzo, va sempre peggio", dice Sanfilippo.