LAURA LANA
Cronaca

Casa Albergo, guerra dei numeri: "Lasciati per strada senz’acqua"

Dopo lo sgombero, la denuncia dell’Unione Inquilini. La replica del Comune: "Abbiamo ricollocato tutti".

Dopo proteste, incontri in Prefettura e appelli, la Casa Albergo è stata sgomberata. Dentro c’era ancora una quarantina di persone, senza minori. Già in serata, quando i locali di via Fogagnolo sono rimasti vuoti, è iniziata la guerra dei numeri. "Tutti ricollocati, con soluzioni che accompagnano le persone in percorsi stabili all’interno del perimetro normativo", assicura l’assessore ai Servizi sociali Roberta Pizzochera. "Fragili lasciati in mezzo alla strada, coi sacchetti. Alcuni hanno dormito sul marciapiede, altri hanno trovato alternative di fortuna da amici", accusa l’Unione Inquilini, insieme a diversi esponenti della società civile.

Lo sgombero è iniziato la mattina presto di mercoledì: alle 8 il tam tam aveva già fatto il giro della città. "Hanno bloccato le vie di accesso, non hanno permesso neanche agli anziani cardiopatici di entrare nelle loro stanze a prendere le medicine", racconta l’avvocato Gianluigi Montalto che da mesi segue la vicenda, dando supporto agli inquilini della Casa Albergo che a febbraio, alcuni dopo anni, hanno ricevuto la comunicazione di dover lasciare quel tetto. Erano cento all’inizio del 2024. Sono rimasti poco meno di quaranta l’altroieri. "Per sei mesi educatori e assistenti sociali hanno colloquiato con gli ospiti - commenta Pizzochera -. Trenta residenti a Sesto sono stati sostenuti fino all’ultimo. Tre famiglie sono state collocate in servizi transitori, 3 nuclei mamma/bambino in cohousing, 4 anziani soli in appartamenti protetti. Quattro persone sole non residenti sono state aiutate per una sistemazione definitiva e con fatica stiamo seguendo un fragile con il Fondo grandi povertà".

Soluzioni solo transitorie e non per tutti, replica il sindacato degli inquilini. Gli over in cohousing hanno firmato un contratto per tre mesi. E, a ieri pomeriggio, questi anziani collocati in via Campestre non avevano neanche la corrente, con la Croce Rossa che ha consegnato i pasti. Così, sempre ieri, il signor Gioacchino si è adoperato personalmente per allacciare l’utenza. La proposta di cohousing è arrivata last minute: è stato convocato venerdì 26 luglio alle 9 dal Comune dopo che, negli ultimi mesi, era stato messo sul tavolo il collocamento in una Rsa o in una comunità ad Affori. Le parrocchie hanno dato supporto a chi è rimasto senza alternativa: "Stanotte (ieri, ndr) cinque persone hanno dormito sul marciapiede, con tutte le loro cose. Con don Carlo abbiamo portato sedie e acqua", rivela Flavia Giuliani dell’Aned. "Ho portato con me coperte, un padellino per cucinare, qualche vestito. Fino all’ultimo abbiamo pagato 500 euro al mese alla Fondazione VVvincent", le amare parole di un ospite.