
Carte di credito (immagine di repertorio)
Milano, 1 febbraio 2015 - Ingaggio via web dall’altra parte del mondo, per venire in città a fare acquisti di lusso. Con carte di credito clonate. Dieci giorni fa la polizia ha bloccato Lin Wei Kon, un ragazzo malese di 25 anni, trovandogli addosso 17 tessere di pagamento false di tutti i tipi, dalla Visa all’Amercan Express, “Gold” compresa. Con una stava cercando di acquistare un orologio alla “Omega” di via Montenapoleone, con un’altra aveva appena comprato un Hublot da 20 mila euro alla gioielleria Pisa.
Le sua manovre avevano però messo in allarme le commesse dei due negozi e una pattuglia di agenti che stazionava in zona. Il ragazzo è stato così arrestato e processato per direttissima. Ma Lin Wei non è un truffatore abituale, e davanti al giudice Fabio Roia ha spiegato come si era messo nei guai. Una settimana prima, in Malesia dove vive, tramite Facebook Lin aveva cercato qualche offerta di lavoro iscrivendosi al gruppo “Findjobforyou”. Subito l’aveva contattato via chat un tizio che si era firmato “A1”.
«Quest’ultimo mi offriva la possibilità di avere delle carte di credito a me intestate ma con la clausola di effettuare degli acquisti ingenti in Italia, precisamente a Milano». Poi Lin sarebbe dovuto tornare in Malesia a consegnare quanto acquistato, ricevendo in cambio metà del valore complessivo in denaro e avrebbe potuto tenere le carte per una seconda “missione”, stavolta a Dubai. «Pertanto accettavo la proposta e inviavo tramite la chat la foto del mio passaporto».
Il giorno dopo gli erano arrivate per posta le 17 carte di credito clonate insieme a un biglietto aereo di andata e ritorno per Milano. In città era già stata prenotata per lui una stanza del lussuoso hotel nella centralissima via Manzoni. Nel contempo, veniva creato un gruppo online attraverso il quale A1, insieme agli altri due misteriosi Akon e D–C avrebbero indicato a Lin in quale negozio entrare e quale oggetto di valore acquistare.
Invece, è andata com’è andata. Lin era entrato da “Pisa”ma le prime due carte di credito offerte per pagare un Hublot da 37mila euro non avevano fatto il loro dovere, così il ragazzo aveva ripiegato su un modello meno caro, pagato regolarmente con una terza carta. Ma la manovra non era passata inosservata e i poliziotti poi l’avevano seguito fino al negozio Omega, dove l’avventura del malese si era interrotta. Le sue carte clonate sono risultate appartenere a persone sparse in tutto il mondo. Alcune di loro si erano accorte dell’inghippo e avevano bloccato i conti. Altre non avevano fatto in tempo.