Caro bollette, 3mila posti a rischio

Un migliaio di vetrine in bilico da Melzo a Segrate: di questo passo salteremo come birilli, servono subito aiuti

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di Barbara Calderola

"Aumenti pari al costo di due dipendenti alla volta: 4mila euro". È l’effetto caro-bolletta sulle attività commerciali della Martesana. Tremila posti a rischio, un migliaio di vetrine in bilico da Melzo a Segrate, "di questo passo forse possiamo arrivare a fine anno, poi salteremo come birilli. Servono aiuti immediati, la rateizzazione non risolve il problema: lo rimanda". L’Sos di Confcommercio Melzo dopo la batosta dei rincari energetici parte proprio dalle misure per evitare che la crisi dilaghi: "Senza risorse a fondo perduto non ce la faremo mai. Nessuna piccola attività può resistere a un attacco di questa portata - spiega il presidente Donato Turba - facendo ricorso ai nostri risparmi forse riusciremo a pagare un paio di conti, poi i nodi verranno al pettine: è l’intero sistema che rischia di saltare. La situazione è molto critica". Il pericolo di scomparire è più che reale per "le nostre aziendine familiari, di piccola taglia: in media ci lavoriamo in tre, è questo il mondo che rischia di essere cancellato senza un pacchetto di salvataggio che non può più tardare. Serviva ieri". Al primo punto c’è la necessità "di evitare che corrente e gas vengano tagliate in caso di morosità, significherebbe abbassare subito la saracinesca e poi bisogna che arrivino i contributi. Non possiamo aspettare il nuovo governo, l’incertezza blocca tutto, e se prende il sopravvento sarà difficile invertire la rotta. Dopo due anni e mezzo di chiusure e sacrifici credevamo di avere visto tutto e invece adesso ci troviamo al centro di un’altra tempesta. Molti settori non si sono ancora ripresi dagli effetti della pandemia e ora devono fare i conti con questa nuova mazzata Non vediamo la luce in fondo al tunnel". Quello che non ha fatto il virus ai servizi e al commercio, "rischiano di farlo gli insopportabili rialzi di queste settimane - sottolinea Turba - siamo attenti all’ora in più dei nostri collaboratori e ci ritroviamo conti schizzati alle stelle. Stiamo riducendo il più possibile gli esborsi. In macelleria abbiamo spento alcuni frigo, ma non so per quanto potremo cavarcela con questi palliativi. Per rimanere a galla dovremmo continuare ad alzare i prezzi. Una scelta sbagliata da tutti i punti di vista".

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