Cercare una casa in affitto a Milano è come “una competizione alla Hunger Games in cui ti trovi a sgomitare fra altri mille disgraziati come te”. È con queste parole che la consigliera comunale Francesca Cucchiara, di Europa Verde, lancia l’ennesima denuncia contro il caro-affitti. La cosa insolita è che a non trovare un alloggio, stavolta, è proprio lei: una rappresentate della città e dei suoi abitanti.
“Sono esattamente cinque anni che vivo a Milano – scrive su Instagram Cucchiara – e questa è la quarta volta che cambio casa. La storia è più o meno sempre la stessa: il contratto scade, l’affitto aumenta, oppure l’appartamento viene messo in vendita e quindi bisogna andar via”.
“Chiunque, con modeste disponibilità, abbia mai provato ad avventurarsi nella giungla degli affitti immobiliari di Milano sa bene che cercare casa è pratica lunga ed estenuante: una competizione alla Hunger Games in cui ti trovi a sgomitare fra altri mille disgraziati come te che cercano di accaparrarsi un alloggio ad un prezzo accessibile (e possibilmente umanamente abitabile)”.
Prezzi fuori scala
Il capoluogo lombardo è la città con gli affitti più cari d’Italia, con un prezzo medio che quest’anno ha raggiunto quasi i 23 euro al metro quadro: un aumento del 71 per cento in dieci anni. Con stanze che arrivano a costare oltre 600 euro al mese e bilocali che superano i 1.600 euro.
Prezzi in linea con la denuncia della consigliera Cucchiara. “In questi giorni – scrive – ho letto annunci improponibili: loculi di 14 metri quadri dove ad infilarsi nel letto ci si ritrova con la testa direttamente nella lavastoviglie, propinati per nientemeno di 900 euro al mese. Per uno spazio abitabile ce ne vogliono almeno 1.100. E dunque una persona che ne guadagna 1500 al mese se non vuole alloggiare in una cripta non ha altre possibilità, salvo eccezioni, che emigrare ai margini della città”.
Gentrificazione a Milano
Da decenni ormai vaste zone della città sono soggette a fenomeni di gentrificazione: molti quartieri popolari, cioè, si stanno trasformando in zone abitative di pregio. Il risultato che i prezzi si impennano a dismisura e i residenti storici sono costretti ad andarsene, modificando spesso irreparabilmente il tessuto sociale.
“L’espulsione delle persone meno abbienti da Milano – denuncia ancora Cucchiara – è una storia triste (a parte la mia che potrebbe anche far ridere, visto il paradosso istituzionale) e che provoca frustrazione, insofferenza e quella voglia di dire che “Milano fa schifo”. Umanamente comprendo lo sfogo, ma credo che nasconda un po' il problema reale. Perché quello che davvero “fa schifo” non è Milano, che comprende anche i suoi abitanti, quanto piuttosto un mercato immobiliare sempre più avido, che si muove senza regole e senza uno Stato capace ad intervenire e mettere fine a questo strazio”.
“Andando totalmente controcorrente rispetto ai trend del momento, mi sento di dire che invece, passati cinque anni, amo Milano ancora più di prima. Perché è una città viva, combattente, caparbia, impaziente, orgogliosamente antifascista e capace di mobilitarsi per ciò che ritiene giusto, compreso il diritto alla casa. Oggi gli affitti sono ancora più insostenibili di cinque anni fa, è vero, ma quando hai a cuore il posto dove vivi vale la pena restarci e lottare per cambiarlo. D'altronde, la politica si fa per questo”.