
Chiusura dal 31 agosto per la Comunità di suore salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice
Melzo, 28 aprile - «Nel giorno di oggi, 31 agosto 1959, partono da Milano la reverenda signora direttrice, suor Maria Facchinetti, con le sorelle Adele Scotti, Palmira Spotti, Luigina Airaghi, Silvia Ferrario e Sofia Maggioni, per iniziare la nostra opera a Melzo. Questa Casa, prima diretta da una congregazione di suore laiche, viene oggi, per Bontà di Dio, affidata a noi, Figlie di Maria Ausiliatrice". La lunga storia si interrompe, la lettera ufficiale che ha gelato duecento famiglie è arrivata di venerdì: "scarsità di risorse vocazionali" e non sostenibilità economica, chiusura dal 31 agosto per la Comunità di suore salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice della "Casa San Giuseppe", che gestisce una scuola paritaria con materna, primaria e medie. Le suore, 18 ad oggi, saranno trasferite. L’istituto scolastico, con cessione di ramo d’azienda, va alla cooperativa sociale Start di Vigevano, già collaboratrice dell’ente religioso.
«La scuola continuerà anche senza di noi, lasciamo e portiamo via una grande eredità d’amore". Per le famiglie "un colpo al cuore". "Chiediamo solo - così il presidente di consiglio di istituto Massimo del Signore - la garanzia di continuità di questa presenza. La San Giuseppe è un pezzo di Melzo: e Melzo ne ha bisogno". Quella della partenza delle Suore salesiane è la notizia del giorno nel Borgo Trivulzio. La storia della Casa San Giuseppe inizia nel 1895, con l’apertura di un oratorio femminile. Poi una scuola di economia domestica, un pensionato per le operaie, una Biblioteca, asilo ed elementari, nel 1930. Le suore salesiane, dal 1959, e con le scuole, gestirono anche un convitto per orfane e una casa di riposo. Sono 18 le religiose ancora in Comunità. A scuola lavorano in 5. Suor Dina de Marchi, la direttrice. La lettera arrivata loro, così come quella arrivata alle famiglie, porta la firma dell’Ispettrice dell’istituto suor Maria Teresa Cocco. In corso da oltre un anno e mezzo un processo di “Risignificazione” interno all’ordine. "Vuol dire - così suor Dina - prendere atto della realtà, operare secondo ciò che è possibile. Sono state chiuse molte case minori. La scelta è oggi chiudere una casa “grande”, le cui risorse possono essere ridistribuite, essere utilli altrove".
I problemi: scarsità di vocazioni, lo stato della struttura melzese "che necessità di una ristrutturazione importante", una flessione, negli anni, delle iscrizioni. Ieri mattina il primo incontro con la cooperativa Start, che gestirà la scuola: "Ci hanno fatto una bellissima impressione: vi sarà continuità per gli insegnanti e il personale. E resterà l’impronta della scuola". Dove andranno le suore melzesi? "Ce lo diranno. L’annuncio della partenza è stato un colpo. Ma siamo pronte: dovunque troveremo un’altra casa". Solo un cenno alla controversia che, ancora pendente, contrappone istituto salesiano e Comune per il versamento di rate Imu. "È un elemento del quadro - così suor Dina - ma la chiusura era nell’aria da almeno un anno". La vicenda era stata un cavallo di battaglia del centrodestra, che oggi, in una nota, torna ad attaccare le “scelte irresponsabili” del Comune. "Chiediamo oggi al sindaco di intervenire - così Forza Italia - a che la scuola non sia affidata ad enti non ispirati dai principi che hanno animato la gestione in questi anni".
"Indegno strumentalizzare persino un momento di tristezza come questo - così Antonio Fusè - . La controversia sui tributi non ha alcuna attinenza con una scelta che ha altre motivazioni, e rispetto alla quale non posso fare, come sindaco, nulla. Ho chiamato l’ispettrice dell’Istituto, la decisione è presa. Sono il primo a soffrirne: importantissima, in città, questa presenza di fede e, lo dico con forza, preghiera".