
Carcere come riscatto La famiglia Onida dona la ricca biblioteca del giurista scomparso
di Roberta Rampini
"Era quello che avrebbe voluto nostro padre. Lui ha fatto la storia del volontariato in carcere, senza clamore, in silenzio. Tutti i sabato mattina prendeva i mezzi pubblici, veniva qui e insieme ai volontari dello Sportello giuridico svolgeva un’attività di consulenza nei confronti dei detenuti. Lo ha fatto anche negli anni del Covid in collegamento video. Si è sempre occupato degli ultimi in modo gentile. Era autorevole solo nei contenuti". È stato Marco, uno dei cinque figli di Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale e professore di diritto costituzionale, morto lo scorso maggio a 86 anni, a raccontare la decisione della famiglia di donare al carcere di Milano-Bollate la biblioteca personale del padre. Oltre duemila libri (scaffali compresi) appartenuti al grande giurista sono ora nel quinto reparto del carcere, dove 170 detenuti stanno scontando condanne lunghe. "Qualche mese fa siamo stati contattati da Claudia Pecorella, docente di diritto penale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, che ha condiviso con noi l’idea di intitolare lo Sportello giuridico a nostro padre. Noi abbiamo rilanciato ed è stato spontaneo decidere di donare tutti i suoi libri che occupavano il suo piccolo appartamento al carcere di Bollate per consolidare il forte legame che aveva con questo luogo", continua il figlio Marco. Ieri mattina alla cerimonia di inaugurazione della biblioteca e intitolazione dello Sportello giuridico e di commemorazione di Valerio Onida, hanno partecipato la neopresidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra: "Questa biblioteca è un segnale di speranza coerente con il suo impegno – ha dichiarato –. Donare ai detenuti i suoi libri, dopo che lui ha donato la sua scienza, il suo impegno e il suo tempo è un gesto straordinario". Tra le autorità anche Marta Cartabia, già ministro della Giustizia, il presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano, Giovanna Di Rosa; il garante comunale delle persone private della libertà personale, Francesco Maisto; il provveditore alle carceri della Lombardia e Veneto, Maria Milano Franco D’Aragona, il sottosegretario di Stato alla Giustizia, senatore Andrea Ostellari, gli ex direttori del carcere Lucia Castellano e Massimo Parisi e naturalmente quello attuale, Giorgio Leggieri.