Camici, Fontana prosciolto dall’accusa "Ricandidarmi? Sono molto più sereno"

Per il gup "il fatto non sussiste". Adesso la strada per la corsa al secondo mandato sembra spianata

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di Giambattista Anastasio

Ora per Attilio Fontana la strada verso la ricandidatura alla presidenza della Regione Lombardia sembra spianata. Ieri la giudice per le udienze preliminare della procura di Milano, Chiara Valori, ha infatti prosciolto il governatore dall’accusa di "frode in pubbliche forniture" in relazione alla vicenda dei camici commissionati dalla Regione ad aprile 2020 alla Dama Spa, l’azienda guidata dal cognato di Fontana e della quale detiene una quota anche la moglie dello stesso Fontana. Una commessa infine trasformata in una donazione. "Il fatto non sussiste" ha concluso la gup. Abbastanza per fortificare un percorso che, per motivi politici, già prima di ieri sembrava più plausibile di altri, come già riportato: quello della ricandidatura nel 2023. Fontana non si sbilancia ancora, a dire il vero, e continua a rinviare ogni annuncio. Ma di fronte a chi gli chiede se questo proscioglimento possa essere uno stimolo in più per rigiocarsela, ammette un dato di fatto del tutto ovvio ma sotto più punti di vista non proprio secondario: "Sicuramente mi dà molta più serenità, è una cosa importante. Sapere di avere un procedimento in corso per chi è sempre stato rispettoso della legge non è piacevole emotivamente". "Questa sentenza – aveva sottolineato poco prima il governatore – è una grande gioia e una grande soddisfazione per me e soprattutto per la mia famiglia. I miei figli e mia moglie sono quelli che hanno sofferto di più per questa vicenda. Ringrazio loro, ringrazio la Lega che mi ha sempre supportato in questi mesi e i miei avvocati, Jacopo Pensa e Federico Papa". "Oggi (ieri per chi legge ndr) c’è stata una manifestazione di giurisdizione come raramente avviene nell’udienza preliminare – sottolinea Pensa –. è stata stabilita l’assoluta nullità penalistica delle condotte contestate dai pm, convinti che in questa vicenda, del tutto semplice, ci fosse stato una specie di trucco". Sulla semplicità dei fatti insiste anche Papa: "La vicenda si è potuta decidere e chiarire già in questa fase proprio perché è una vicenda semplice, la Regione non ha avuto alcun danno ma anzi ha risparmiato".

Ora è chiaro che l’ultima parola e le decisioni definitive a proposito della strategia con la quale correre le elezioni Regionali e Politiche del 2023 dovranno essere assunte dal centrodestra nell’ambito di un tavolo e di un ragionamento di livello nazionale. Ma già prima di questo proscioglimento Fontana aveva dalla sua due dati oggettivi. Il primo: da governatore uscente ha pieno diritto a ricandidarsi senza che all’interno della coalizione siano autorizzate proteste esplicite, formali e quindi potenzialmente efficaci. Il secondo: la sua ricandidatura permette di evitare che ogni partito avanzi i suoi candidati o le sue pretese, come avverrebbe qualora Fontana facesse un passo indietro. In questo caso il rischio caos nel centrodestra sarebbe dietro l’angolo, tra candidati veri e candidati messi sul tavolo solo per portare a casa altro. Chiederebbe più spazio Fratellì d’Italia, considerato il consenso di cui sembra godere per i sondaggi. Senza contare le eventuali aspirazioni di Letizia Moratti. Fontana, in questo senso, è il tappo che tiene chiusa la bottiglia.

Di certo il suo proscioglimento ha già dato nuova linfa al centrodestra. Leggere per credere le dichiarazioni arrivate ieri da tutti i big della coalizione. "Grande gioia: dopo mesi di fango e bugie sono stati restituiti onore e dignità ad Attilio Fontana, alla Lega, alla Regione e a tutti i lombardi – dichiara il leader della Lega, Matteo Salvini –. Siamo ancora più determinati a lavorare per il bene del territorio e aspettiamo le scuse di tutti quegli esponenti di sinistra che per troppo tempo hanno insultato e oltraggiato una persona perbene". "Un abbraccio al presidente della Regione Lombardia. Non abbiamo mai avuto dubbi sulla correttezza del suo operato e questo proscioglimento finalmente ne è la conferma", scandisce Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Quindi Silvio Berlusconi, padre padrone di Forza Italia: "Il proscioglimento perché il fatto non sussiste del nostro presidente della Regione è una doppia buona notizia. Lo è per lui e per la sua famiglia, coinvolti in un processo senza alcun motivo. La verità, alla fine, è venuta a galla. E lo è soprattutto per i lombardi che sono stati trascinati in una polemica incomprensibile, che voleva minare la credibilità del più alto rappresentante dell’istituzione regionale, in un momento per loro già molto difficile. La cattiva notizia è che, purtroppo, nemmeno l’emergenza sanitaria, nemmeno il dramma del Covid, hanno fermato i giustizialisti e gli speculatori, hanno fermato coloro che pensano che la giustizia debba essere utilizzata come arma per colpire ed eliminare gli avversari politici e non come strumento per regolare la normale convivenza civile dei cittadini".

Il Pd non ci sta: "Il proscioglimento di Fontana non ne cancella l’inadeguatezza. La vicenda giudiziaria si chiude qui, non così quella politica, sulla quale rimane il nostro giudizio nettamente negativo che ci aveva portato a presentare in Aula la mozione di sfiducia – dichiarano il segretario e il capogruppo lombardo dei Dem, Vinicio Peluffo e Fabio Pizzul –. Fontana ha mentito ai lombardi cercando di nascondere un pasticcio dai contorni molto imbarazzanti, basti pensare al bonifico compensativo dal conto svizzero. Non era adeguato prima, non lo è ora e tantomeno lo sarà domani se la Lega e il centrodesta decideranno di ricandidarlo". Dello stesso tenore la posizione del l Movimento 5 Stelle: "Resta il giudizio politico sull’inadeguatezza di Fontana e del centrodestra durante la pandemia e, più in generale, durante l’intero mandato. Ora anche il centrodestra e Salvini dovranno tornare a credere nel loro governatore, permettendogli di ricandidarsi e misurarsi con il giudizio dei cittadini lombardi ai quali adesso spetta scrivere la sentenza, su questa stagione politica" commenta il capogruppo lombardo, Nicola Di Marco.

mail giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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