
Camera del lavoro, riapre il bar. Dietro il bancone gli ex detenuti
Il bar della Camera del Lavoro di Milano in corso di Porta Vittoria, chiuso durante la pandemia, ha riaperto i battenti grazie a un progetto di inclusione sociale. Al lavoro dietro il bancone ex detenuti provenienti dal carcere di Bollate, mentre sono in vendita nel punto ristoro della sede della Cgil prodotti preparati nel penitenziario di Opera, grazie a un progetto della coop L’Albero del Pane. "L’inaugurazione ci parla dell’inserimento lavorativo come forma di riscatto della propria vita – spiega il segretario generale della Cgil di Milano, Luca Stanzione –. Parla del lavoro come elemento di identità della persona, di riscatto".
La gestione del bar è stata affidata alla coop La Fabbrica dei Segni, che impiega persone in condizione di fragilità. "Una storia che si lega a quella della Camera del lavoro e dell’impegno che da oltre 30 anni mettiamo sul tema delle fragilità", ha sottolineato Ivan Lembo, responsabile ufficio politiche sociali della Cgil di Milano. "L’obiettivo che ci siamo dati è stato quello di provare a favorire e a promuovere l’inserimento lavorativo di persone che arrivano dal carcere di Bollate". Valter Moro, presidente della coop La Fabbrica dei Segni, ha sottolineato l’occasione, offerta dal progetto, "per rimettersi in gioco e recuperare un pezzo di vita, un pezzo di dignità che è stata perduta". Al bar si possono mangiare prodotti preparati da detenuti di Opera, come ieri ha spiegato Augusto Rocchi, della coop L’Albero del Pane. "Sono assunti con contratti regolari – spiega – applicando il contratto nazionale di lavoro. Prima hanno fatto un corso di formazione per imparare il mestiere. Due persone che hanno scontato la pena e sono usciti dal carcere oggi lavorano in forneria e hanno ritrovato la pienezza della vita, insieme alle loro famiglie".
A.G.