Padre assente, infanzia di sofferenze. Le figlie al prefetto: ci cambi il cognome

Richiesta formalizzata con querela dell’uomo finito sotto accusa

Renato Saccone, Prefetto di Milano

Renato Saccone, Prefetto di Milano

Milano, 6 febbraio 2020 - Dimenticare papà, cambiare cognome. Tagliare i ponti con un uomo che in pratica non conoscono, visto che erano entrambe piccolissime quando si separò dalla loro mamma. Hanno sofferto troppo nell’infanzia, proprio a causa dei pessimi rapporti tra i genitori: con il padre, in particolare, non vogliono proprio più avere a che fare. Perciò ora che sono entrambe maggiorenni, le due sorelle hanno deciso di rompere ogni rapporto con lui in modo clamoroso e definitivo: vogliono cambiare cognome, cancellare formalmente anche quell’unica parola che le lega a lui per prendere un altro cognome, quello del compagno della loro mamma, l’uomo che le ha cresciute e che considerano il loro vero papà.

Una scelta durissima che il padre naturale ha deciso di contrastare rivolgendosi anche alla magistratura contro le due figlie. Un altro gesto estremo, quasi innaturale. È una storia triste, maturata in un contesto borghese e frutto di rapporti familiari disastrati, di crisi profonde e di periodi terribili attraversati dalle due ragazze negli anni più delicati della loro crescita, in cui hanno dovuto ricorrere all’aiuto degli psicologi. Un lungo intervallo della loro vita che oggi le ragazze vogliono lasciarsi definitivamente alle spalle anche a costo di dover rinunciare a quel poco che resta di quel legame, il loro cognome. In casi eccezionali è possibile farlo. Perciò le due sorelle hanno dato seguito alla loro scelta, presentando domanda in prefettura come prevede la legge, allegando una documentazione ricca di testimonianze, racconti delle persone che sono state a più stretto contatto con loro e che non hanno avuto difficoltà ad attestare come il rapporto col genitore fosse vuoto e malato.

Il prefetto di Milano, Renato Saccone, rappresentante del ministro dell’Interno cui spetta la decisione finale, ha ritenuto che la richiesta "appaia meritevole di essere presa in considerazione", e come prevede la norma l’ha fatta pervenire anche al genitore “ripudiato”, che certo non l’ha presa bene. Anzi si è offeso e ha deciso di reagire con altrettanta durezza, fino al punto di querelare le due figlie per diffamazione. Sostiene il genitore che le due ragazze, allegando alla loro richiesta di nuovo cognome la documentazione relativa, avrebbero di fatto divulgato a più persone testimonianze e racconti che lo dipingono in modo totalmente negativo e dunque offensivo. Alterando una realtà che secondo lui sarebbe ben diversa.  

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