M.CONS.
Cronaca

Troppo caldo in ufficio: cassiera sviene e si ferisce, poi fa causa all’azienda

La Procura ha aperto un fascicolo nei confronti dei vertici dell'azienda per lesioni personali colpose.

i soccorsi

Milano, 10 giugno 2018 - Troppo caldo per lavorare. L’aria condizionata negli uffici c’è chi la vuole alta e chi bassa, chi non la vuole proprio. Ma c’è anche chi senza un po’ di refrigerio non riesce a darsi da fare, anzi sta proprio male fino a svenire. È successo così un anno fa, nel torrido inizio agosto, in una filiale di Banca Intesa nell’hinterland milanese. L’impianto d’aria condizionata non funzionava da qualche giorno, e dopo aver mandato qualche mail ai servizi tecnici dell’istituto chiedendo aiuto, una mattina una cassiera si è sentita male per il troppo caldo e s’è accasciata improvvisamente sulla poltrona perdendo i sensi. Quando l’hanno risvegliata s’è trovata distesa a terra e dolorante per la gran botta, finendo poi al pronto soccorso con due vertebre schiacciate. Tutta colpa di quell’impianto di aerazione che non funzionava, denuncia lei. E così la Procura ha aperto un fascicolo nei confronti dei vertici della banca per lesioni personali colpose.

Già dalla mattina di quel 4 agosto la dipendente si era resa conto dell’aria che tirava (si fa per dire). Tanto da aver spedito subito una mail alla medicina del lavoro della banca per segnalare la difficoltà della situazione, che un paio di ventilatori messì lì a girar le pale non riuscivano a contrastare.Verso le 10.30 il patatrac. La direttrice che ha l’ufficio non lontano dagli sportelli sente un gran colpo. Era la cassiera che svenuta per il troppo caldo era finita per terra. Sulle prime la dirigente pensa che sia inciampata e caduta. Ma quando le si avvicina e fa per aiutarla, si rende conto che la donna è proprio svenuta.

C’è chi soffre di più o di meno per l’afa, inevitabilmente. La cassiera moltissimo, anche a causa di antipatiche allergie di stagione accompagnate da crisi di asma. Dopo un po’ fortunatamente, la donna però si riprende, anche grazie alle medicine che porta sempre con sé. Finirà comunque in ospedale dove le verrà applicato un corsetto vista la diagnosi di frattura vertebrale e la prognosi di 70 giorni. Un’estate complicata per la dipendente, che poi è rimasta in malattia fino alla fine dell’anno, quando si è ritrovata tra gli esodati