di Alessandra Zanardi
Effetto Covid sull’andamento demografico, diminuisce la popolazione di Melegnano. Nella città del castello mediceo il 2020, annus horribilis di inizio pandemia, si è chiuso con 18.162 residenti rispetto ai 18.331 che si registravano alla fine del 2019. L’andamento al ribasso è proseguito, seppur in maniera più contenuta, anche nel 2021, che è iniziato appunto con 18.162 abitanti e si è chiuso con 18.119, ossia 43 persone in meno.
Con 237 decessi e 160 nuovi nati, nell’anno da poco concluso il saldo naturale ha fatto registrare un -77, ma grazie ai nuovi iscritti all’anagrafe (persone che hanno scelto di spostare la residenza a Melegnano) il totale si è assottigliato a -43. Numeri sui quali ha pesato senz’altro la pandemia, che non solo ha portato a un aumento dei decessi, ma ha contribuito a creare un clima d’incertezza condizionando, in alcuni casi, le scelte delle coppie in fatto di procreazione.
Uno sguardo agli stranieri, che a loro volta risultano in calo: all’inizio del 2021 erano 2.874 e alla fine dell’anno 2.807. Un dato che forse riflette la migrazione verso altri Comuni "dove gli affitti costano meno e c’è una maggiore disponibilità di alloggi", prova a spiegare Ambrogio Corti, vicesindaco e assessore ai servizi sociali. Le nazionalità più rappresentate sono Romania, Egitto, Albania, Marocco e Ucraina.
Ancora qualche numero. Quella di Melegnano è una popolazione in rosa: le donne costituiscono infatti il 52,44% dei residenti. Nel complesso, la fascia di età più rappresentata è quella tra i 45 e i 65 anni; segue il comparto 25-45 anni, quindi gli over 70. "Melegnano risente del trend generale che vede preponderanti, in Italia, le fasce di popolazione meno giovani – commenta il vicesindaco –. Luoghi come il centro socio-culturale mediceo, che sarà attivo dalla settimana prossima come punto di ritrovo e socialità, vanno nella direzione di offrire spazi e servizi per queste categorie. In questo contesto si inserisce anche l’ospedale di comunità, che sorgerà sul nostro territorio".
Le future amministrazioni comunali dovranno cercare di potenziare anche i servizi per la prima infanzia e la conciliazione lavoro-famiglia, se vorranno rendere la città più attrattiva per le giovani coppie e i nuclei con figli minori. La scommessa da vincere sarà "offrire maggiori opportunità – concorda Corti –, a partire da un potenziamento degli asili-nido. Edilizia calmierata e housing sociale? Non ci sono aree disponibili, a meno di riconvertire spazi ed edifici già esistenti".
"In accordo con Assemi – aggiunge – si sta lavorando sul tema delle politiche giovanili per far fronte a quelle situazioni di disagio che il Covid ha contribuito ad accentuare tra i giovani e gli adolescenti".
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