
Le piante di Ariocarpus retusus sequestrate dalle Fiamme Gialle
Milano, 19 dicembre 2019 - Ai profani sembrano dei banali cactus. Ma sebbene appartengano alla stessa famiglia delle Cactaceae sono tutt’altro che comuni le "stelle del deserto" sequestrate dalla Guardia di Finanza di Malpensa. Il loro nome scientifico è Ariocarpus retusus , compaiono tra le dune bianche del "deserto del gesso" in Messico e sono protette dalla Convenzione Cites che tutela fauna e flora minacciate di estinzione. Le Fiamme Gialle, coi funzionari dell’Agenzia delle Dogane, le hanno scovate durante i controlli alle merci in transito presso lo scalo bustocco per l’operazione “Thunderball“. A insospettire una spedizione partita dal Messico e diretta a Ferrara: le due piante succulente erano state occultate tra le tradizionali piñatas messicane, tipici contenitori colorati riempiti con dolci. Il loro trasporto sarebbe possibile solo attraverso un’autorizzazione. Ma gli accertamenti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, hanno appurato l’importazione irregolare, facendo scattare il sequestro. Il gip ha disposto la consegna dei due esemplari in un luogo dove potranno vivere al sicuro: l’Orto Botanico Città Studi della Statale di Milano che dal 2013, in forza di accordi con varie forze dell’ordine, accoglie le piante sequestrate. Finora sono state una cinquantina, soprattutto quelle grasse e orchidee, che hanno rimpolpato la collezione scientifica dell’Orto che promuove la conservazione della biodiversità vegetale.
"Questi sono gli esemplari più preziosi - e mi riferisco al valore scientifico - che ci siano arrivati negli ultimi sette anni. Prelevarli dal loro ambiente naturale è stato dannoso, come se avessero sradicato un albero secolare" spiega Marco Caccianiga, direttore dell’Orto botanico e docente di Botanica alla Statale: "È una specie con una crescita molto lenta perché vive in un ambiente estremo. Anche la fioritura compare solo dopo dieci anni. È difficile calcolare l’età esatta degli esemplari sequestrati ma si parla di decine di anni: potrebbero averne trenta come ottanta. Che siano state prelevate in natura lo si evince dalla forma “contorta”. Quelli coltivati in serra ne hanno una più “perfettina”". Il difficile approvvigionamento in natura dell’Ariocarpus retusus scatena l’appetito dei collezionisti che sborsano centinaia di euro per accaparrarsele. All’Orto Botanico sono ora conservate in una speciale serra dedicata alle piante del deserto. Qui sono custoditi centinaia di esemplari meravigliosi. Ci sono percorsi dedicati ad orchidee, a piante dai deserti di tutto il mondo, pittorie, alilmentari, autoctone. Ma quelle che suscitano una vorace curiosità, sia tra gli adulti che tra i bambini, sono le quaranta specie di piante carnivore. Non solo esotiche. Dentro delle vasche ci sono esemplari di Utricularia vulgaris. "È una specie carnivora acquatica in via d’estinzione, presente nel suo habitat naturale solo in due pozze fra le province di Bergamo e Brescia". Top secret l’ubicazione perché è una di quelle piante che fa venire la febbre ai "cacciatori" di rarità.