Attaccati al tram, il "Bus surfing" è l'ultima follia

Si aggrappano sul retro dei mezzi pubblici per farsi riprendere da qualche amico e pubblicare i video sui social

Un "bus surfer"

Un "bus surfer"

Milano -  «Ca..., com’è il panorama là dietro?", chiede un ragazzo a bordo di un tram rivolgendosi all’amico dietro di lui: è in piedi, fuori, aggrappato al mezzo. La mano è su una sbarra interna, il braccio passa attraverso il finestrino aperto. L’altra mano è sul vetro semi abbassato. Dietro ancora, si vede la strada con i binari e un’auto che avanza. Il ragazzo "appeso" saluta l’automobilista sollevando un braccio e poi fa il segno di vittoria con le dita. Tutto è stato filmato e pubblicato su Instagram. E’ l’ultima follia che sta prendendo piede: il "bus surfing", cioè saltare sul retro di un mezzo pubblico e restare attaccati mentre questo è in movimento. Pericolosissimo. Ci sono giovani che si tengono in equilibrio precario sulla parte posteriore dei tram puntando i piedi su una sporgenza, altri che si attaccano agli autobus sollevando leggermente il portellone o trovando un altro appiglio e che viaggiano sulla carreggiata in sella a bici, su skateboard, pattini o monopattini senza mollare la presa. La sfida consiste nel restare ancorati ai mezzi il più possibile, senza che il conducente se ne accorga, mentre accanto qualcuno riprende con uno smartphone. Il pericolo è sempre dietro l’angolo: se il mezzo sbandasse? Se fosse preso in pieno da un altro veicolo? Se, banalmente, il ragazzo-acrobata perdesse l’equilibrio per una frenata brusca o altro?

Potrebbe anche finire contro un muro. I filmati postati sui social sono purtroppo d’ispirazione per altri, che a loro volta provano a fare lo stesso. Il fenomeno si è diffuso per la prima volta in alcune città europee, come Londra e Berlino, e a Milano, stando ai filmati che circolano, si è affacciato nel 2018.Negli ultimi mesi gli episodi sembrano essere aumentati: in un video si vedono sfilare due ragazzi attaccati al tram 1, in un altro un giovane su uno skateboard che si regge al portellone posteriore del bus 60. Uno sale addirittura su un’ambulanza (ferma). Sul tram 10, di giovani aggrappati se ne contano tre, mentre un complice filma dalla strada. Si continua con due "attaccati" alla 77, mentre una voce femminile fuoricampo esclama "Che bellini che siete". Un ragazzo si riprende da solo. Nessuno porta la mascherina, almeno tra coloro che sono stati ripresi in volto o di profilo, oppure la indossa abbassata sul mento. Lo scorso anno, in Trentino era scattato l’allarme per il "train surfing" dopo che due writer si erano aggrappati all’ultima carrozza di un convoglio da Bolzano a Merano, riprendendosi con un drone. Il capotreno aveva azionato il freno di emergenza. I ragazzi, di 17 anni, sono poi stati individuati dalla Polfer e denunciati per interruzione di pubblico servizio, danneggiamento e imbrattamento. "Colpisce sempre di più - commenta Fabiola Minoletti, vicepresidente del Coordinamento comitati milanesi - l’uso negativo dei social da parte di alcuni giovani, che cercano in maniera ossessiva situazioni estreme e sempre più provocatorie per conquistare consensi e attenzione".  

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