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Buoni fruttiferi "carta straccia" L’Antitrust riapre la partita indennizzi

Sanzione da 1,4 milioni di euro per Poste, ma in Lombardia tutti i ricorsi all’Abf erano stati respinti. Speranza per centinaia di risparmiatori: si sono trovati in mano titoli senza valore perché prescritti

di Andrea Gianni

MILANO

L’Antitrust riapre la partita nel lungo braccio di ferro fra risparmiatori e Poste con al centro i buoni fruttiferi, tradizionali prodotti del risparmio trasformati in "carta straccia" dalle prescrizione. Una partita che finora in Lombardia si era conclusa con la vittoria di Poste davanti all’Arbitro Bancario Finanziario (Abf), che nel corso degli anni ha bocciato le richieste di indennizzo, respingendo i ricorsi. Ora un altro organo, l’Antitrust romano, ha ribaltato le carte, comminando a Poste Italiane, dopo un esposto presentato da alcune associazioni di consumatori, una sanzione di 1,4 milioni di euro, bollando la pratica commerciale come "scorretta" e vietandone "la diffusione o continuazione". Il provvedimento può essere impugnato davanti al Tar, ma nel frattempo si apre uno spiraglio per centinaia di risparmiatori lombardi che, convinti di aver investito il loro denaro in un prodotto sicuro e garantito, si sono trovati con in mano un pugno di mosche. Poste avrebbe "omesso e fornito informazioni ingannevoli circa la prescrizione" dei titoli emessi: la normativa, infatti, prevede che i buoni si prescrivano trascorsi 10 anni dalla data di scadenza, rendendoli di fatto non più esigibili quando il risparmiatore chiede di incassare il denaro oltre i termini.

"Peccato che Poste – spiega Federconsumatori – al momento della sottoscrizione, non forniva correttamente ed in maniera chiara tale informazione". Poste Italiane si è difesa davanti all’Antitrust sostenendo che "ancorché non sia tenuta, provvede comunque ad assicurare ai risparmiatori una puntuale informativa sulla disciplina" dei buoni fruttiferi postali. E i contratti consentirebbero di "conoscere con chiarezza le principali condizioni", inoltre "non esiste alcuna disposizione normativa che impone di avvisare i sottoscrittori dell’approssimarsi della prescrizione del titolo". Di diverso avviso l’Antitrust: i documenti contrattuali, si legge nel provvedimento, sono caratterizzati "da ambiguità ed omissioni che possono indurre in errore il consumatore" che, nel caso dei buoni fruttiferi, tradizionali prodotti a basso rischio, attirano persone con un "reddito mediobasso e un grado di istruzione finanziaria contenuto", come anziani o piccoli risparmiatori. "Questo provvedimento – spiega Carmelo Benenti, presidente di Federconsumatori Milano – fa ben sperare per le posizioni che avevano subito un diniego In Lombardia, riaprendo il tavolo della discussione giuridica. Ovviamente siamo pronti ad assistere chi decide di farsi avanti, in questa fase, per far valere i propri diritti".