Clinica Santa Rita, confermato ergastolo a Brega Massone

I legali di Brega Massone: "Sconcertati da sentenza, faremo ricorso in Cassazione". Assolto Marco Pansera, un altro medico dello staff di Brega mentre la pena per l'ex aiuto Fabio Presicci è stata ridotta da 30 a 25 anni

Pierpaolo Brega Massone in tribunale per il caso della clinica Santa Rita (Newpress)

Pierpaolo Brega Massone in tribunale per il caso della clinica Santa Rita (Newpress)

Milano, 21 novembre 2015 - La Corte d'assise d'appello di Milano ha confermato la condanna all'ergastolo per Pier Paolo Brega Massone, l'ex capo del reparto di chirurgia toracica alla casa di cura Santa Rita. Ridotta la pena accessoria dell'isolamento diurno a un anno e 6 mesi. Brega era accusato di quattro omicidi volontari in relazione alla morte di altrettanti pazienti da lui operati e di un'ottantina di casi di lesioni. I giudici hanno assolto Marco Pansera, un altro medico dello staff di Brega, mentre la pena per l'ex aiuto Fabio Presicci è stata ridotta da 30 a 25 anni.

Dopo avere ascoltato i giudici ribadire la pena dell'ergastolo, Brega ha abbracciato la moglie in lacrime che l'ha sempre seguito in tutte le udienze. "Siamo sconcertati per questa sentenza, faremo ricorso in Cassazione" ha annunciato l'avvocato Titta Madia, difensore, assieme all'avvocato Luigi Fornari, dell'ex primario. I difensori avevano chiesto ai giudici di disporre una perizia super partes sugli episodi contestati. "I giudici si sono bendati gli occhi e si sono fidati ciecamente dei consulenti della Procura generale - ha concluso l'avvocato Madia - che possono anche aver sbagliato". Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. 

BREGA MASSONE: NON ERO UN SERIAL KILLER - "Non ero un serial killer, non ero una persona egoista, non volevo fare della mia professione un guadagno” ha affermato Pier Paolo Brega Massone, durante le dichiarazioni spontanee rese ai giudici della Corte d’Assise d’Appello. Il medico ha ribadito durante le sue dichiarazioni la richiesta, già formulata dagli avvocati nel corso del processo, di una perizia super partes per dimostrare la validità delle proprie scelte chirurgiche. 

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