'Boonk gang', l’ultima follia contagia Milano: rubare e vantarsi via social

La moda partita negli Usa (purtroppo) fa proseliti

'Boonk Gang' in un supermercato

'Boonk Gang' in un supermercato

Milano, 25 marzo 2019 - Un ragazzo è in un supermercato. Guarda oltre la porta automatica dove un amico, da fuori, lo sta riprendendo con lo smartphone. Afferra un sacchetto di arance, solleva la testa. La bocca si piega in un ghigno. In una manciata di secondi esce e fugge senza pagare. È il “Boonk gang”, l’ultima sfida d’importazione americana che spopola anche tra gli adolescenti milanesi. Non si tratta solo di compiere furti: si diventa protagonisti di “azioni di disturbo” in supermercati, ristoranti, portinerie. Non c’è limite.

Fondamentale è farsi immortalare dagli amici per poi riversare i video sui social, Instagram in testa, alla conquista di follower. E pazienza se il gesto suscita l’ira di chi viene derubato o infastidito, com’è successo a ottobre del 2017 a Padova, quando un ragazzo era stato colpito con un pugno da un commerciante dopo un furto da postare sui social. «Meglio», dal suo punto di vista, perché l’intento è creare confusione, farsi notare, come insegna il folle metodo del Boonk gang, pseudonimo di John Robert Hill, il fondatore di questa moda, un rapper originario della Florida che con le sue azioni supera quasi sempre il confine tra bravata e illegalità. «Boonk gang» è il grido che pronuncia sempre alla fine dei video e che ora è urlato in tutto il mondo dai seguaci che lo imitano. Così anche a Milano. Tra i video spicca quello girato in un supermercato aperto h24: una banda di ragazzi irrompe nelle corsie di notte, c’è chi si sdraia su una panca, chi mostra dell’erba da fumare, chi si lancia tra peluche in vendita.

Non manca il lancio di oggetti e il consumo di cibo rubato mentre una guardia finge di non accorgersi di nulla, sperando – ipotizziamo – che quell’incubo finisca. In un altro video un ragazzo a torso nudo dentro un negozio si spruzza deodorante appena arraffato su uno scaffale. Un altro furto al supermercato ottiene 1.768 visualizzazioni: «Abbiamo bisogno di zuccheri», dice il protagonista mostrando una bottiglia di super alcolico appena presa e infilandosi una sigaretta in bocca. Tra gli hashtag, oltre a «boonkgang», compare «legalxillegal». La stessa persona spunta poi nel retro di una pasticceria e si porta via un vassoio di dolci. Altra situazione è nella portineria di un condominio: «Antonino il pusher del Marocco abita qua?», chiede un giovanissimo lasciando spiazzato il custode. Una bravata che arriva a 1.139 visualizzazioni. Tutto viene ripreso, tutto finisce on line, sui social che fanno da cassa di risonanza. «È preoccupante – commenta Fabiola Minoletti, studiosa di graffitismo vandalico e disagio giovanile – questo bisogno continuo da parte dei giovani di condividere video e foto di azioni sempre più estreme e ‘originali’ alla ricerca di like e consensi, perdendo di vista le reali conseguenze di certe loro azioni».

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