Cercansi professori volontari. Più di 50 iscrizioni ai corsi di recupero di “Nonunodimeno“ in un solo giorno all’Istituto Cardano, zona Lampugnano, spesso “suggerite“ a scatola chiusa dai genitori, praticamente certi dei danni procurati ai loro figli dalla didattica a distanza dell’ultimo anno e mezzo. E altre iscrizioni sono già state annunciate da ragazzi degli istituti Bottoni, Pareto, Galvani, Marconi e Caterina da Siena, per i prossimi giorni ai docenti dell’associazione - guidata dall’ex assessore provinciale all’Istruzione Giansandro Barzaghi - che da anni lavora a fianco delle scuole milanesi offrendo ripetizioni gratuite agli studenti che ne hanno bisogno. Studenti che in molti casi stanno cercando di capire già in queste settimane quali siano materie in cui di più rischiano le insufficienze.
Per la maggior parte di iscrizioni ai corsi si tratta di ragazzi e ragazze di prima e seconda superiore, visto che il passaggio dalle medie alle superiori è tradizionalmente il più traumatico del percorso scolastico, soprattutto dopo questo lungo periodo di didattica a distanza. “Nonunodimeno“ lancia perciò una grande campagna per rilanciare le scuole popolari sia nelle scuole superiori che nelle scuole medie, una campagna che punta a risarcire i ragazzi per quanto hanno perso causa lockdown in termini di preparazione e socialità.
"Sono molte le lacune accumulate, per cui se non si interviene subito con una strategia di recupero e di rimotivazione si rischia di aumentare drasticamente gli abbandoni e la dispersione scolastica", spiega Barzaghi. "Per questo molte scuole ci stanno contattando - aggiunge - abbiamo però bisogno di una grande disponibilità da parte di nuovi docenti volontari".
È un appello che “Nonunodi meno“ rivolge a tutti i docenti in pensione o in attività, ma anche agli studenti universitari e "alle persone di buona volontà che, con noi, vogliono contrastare la povertà educativa". Si possono fare uno o due pomeriggi la settimana per due ore, e l’intervento dell’associazione è a sostegno e all’interno della scuola pubblica, in accordo con le direzioni scolastiche e i collegi docenti. "Non per sostituirli, ma per affiancarli", conclude Barzaghi.