
MILANO
"Ma se un giorno mi fanno un controllo, vedono i bonifici tuoi. E io non c’ho le pezze d’appoggio". Emergono nuove irregolarità nella vicenda sul ricorso alla cassa integrazione Covid "a zero ore" chiesta e ottenuta per alcuni dipendenti da Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, due delle società del gruppo fondato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, i quali però hanno continuato a lavorare percependo, accanto alla Cig, un compenso sotto forma di "rimborsi spese". A tratteggiare anomalie e presunti illeciti è, in particolare, una relazione della Guardia di Finanza che è tra gli allegati della memoria con cui anche la Procura, in linea con le richieste degli azionisti di minoranza, ha proposto l’ispezione e il commissariamento di Visibilia Editore, al centro di una causa civile che riprenderà il 28 settembre. In 16 pagine, anche sulla scorta di una perizia giurata depositata nel contenzioso davanti al giudici del lavoro di Roma, la Gdf riassume la vicenda denunciata da Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations della società,: "inviperita" per essere stata "inconsapevolmente (...) messa in una situazione gravissima" ed essersi ritrovata "esposta" a una serie di irregolarità. A sua insaputa, è la sua versione, per lei così come per altri dipendenti, era stata ottenuta dall’azienda l’indennità straordinaria.