Bombardamenti veri e virtuali: bimbi da salvare

Maria Rita

Parsi

Vengono chiamate “vittime virtuali della guerra”: sono i bambini e gli adolescenti, travolti da notizie e informazioni da parte dell’universo della comunicazione che rovescia nelle case, ad ogni ora e da ogni rete, materiale che si trasforma in un’arma pericolosa. Bambini e adolescenti hanno bisogno di un filtraggio, di punti di appoggio per leggere quanto sta accadendo. Sempre più spesso, però, proprio genitori ed educatori non sanno ritagliarsi questo ruolo di filtro, ma anzi finiscono con il rovesciare all’esterno, utilizzando gli scenari di guerra, paure e angosce. Non sarebbe corretto criminalizzare solo i mezzi di comunicazione di massa che, invece, assai spesso, fanno un’operazione di filtraggio e un taglio professionale alle immagini e alle notizie più atroci. Anche se resta il problema di un eccessivo “informativo” affollamento che andrebbe disciplinato. Da parte mia e in nome della “Fondazione Movimento Bambino” vorrei ricordare ai responsabili della comunicazione proprio questo aspetto, chiedendo di garantire un controllo maggiore, soprattutto ora, dopo una pandemia, con angoscia di morte connessa, che ha sconvolto il mondo al pari di ogni guerra. Accanto alla guerra che si combatte sul campo di battaglia ora a Kiev, esiste, infatti, anche una guerra “virtuale”: quella delle immagini di morte, di distruzione, di sterminio. In questo preciso punto della catena dovrebbero porsi gli adulti, i genitori e gli insegnanti, pronti a rispondere alle domande, a fronteggiare le angosce. Invece troppo spesso i genitori apprendono le notizie e assistono alla tragedia della guerra insieme ai figli. Già in questi giorni ho avuto in cura una bambina vittima di una crisi di nervi causata dalle ansie della madre. È necessario lasciare ai ragazzi lo spazio per esprimersi, per far conoscere le proprie opinioni e preoccupazioni. E invitarli a dire la loro, a disegnare, a fare poesie per pensare a come la guerra si possa evitare. E anche a scrivere lettere ai loro coetanei che si trovano sotto i bombardamenti. Bisogna educare gli adulti, prima di tutto. I bambini ucraini sono “bombardati” dalle bombe, i bambini occidentali subiscono un “bombardamento” di immagini che distrugge le loro speranze. Bisogna tutelare la loro vita e le loro anime da tante barbarie.

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