Milano – "È il secolo delle università": lo ripete con forza il rettore-demografo della Bocconi, Francesco Billari, inaugurando un nuovo anno accademico mentre i grafici alle spalle mostrano l’andamento della popolazione giovanile, la vera sfida: "Abbiamo il più grande numero di giovani della storia dell’umanità. Secondo gli scenari delle Nazioni Unite gli anni tra il 2027 e il 2030 saranno gli unici della storia dell’umanità in cui avremo più di due miliardi di persone con meno di vent’anni. Poi la curva scenderà. Tutti questi giovani, per il bene del nostro futuro, dovranno studiare".
Per la prima volta uno su due ha un titolo di studio universitario, "una rivoluzione", sottolinea il rettore, ma c’è un ascensore sociale ancora da sbloccare, come ha ricordato anche il presidente della Bocconi, Andrea Sironi, nel suo saluto, citando il rapporto dell’Oecd, “Education at a Glance 2024”: "Meno del 20% degli adulti riesce a laurearsi nel caso in cui i genitori non siano diplomati, per converso, consegue una laurea il 72% degli adulti che ha genitori laureati". Si lavora per ridurre le disuguaglianze. "Grazie a uno sforzo economico significativo abbiamo ulteriormente potenziato gli aiuti agli studenti capaci e meritevoli", sottolineano Sironi e Billari.
Oggi 1.900 universitari hanno potuto studiare in Bocconi senza pagare le tasse; 55 i milioni di euro che saranno investiti nell’anno accademico 2024/25 per il sostegno economico (erano 46 milioni l’anno prima). Il 35% degli studenti riceverà un’agevolazione (era il 32%). Parallelamente continua la spinta all’internazionalizzazione: "Portiamo il mondo a Milano", ribadisce Billari, scegliendo anche per l’inaugurazione dell’anno accademico l’inglese, come per il 70% dei corsi di laurea. Dal prossimo anno saranno in inglese tutte le specialistiche. Guardando alle iscrizioni, il 59% delle circa 9.100 candidature è arrivato da studenti internazionali. E se ci si sofferma sulla Scuola di dottorato, per i 50 posti disponibili nel 2024/25 l’80% delle 1.043 candidature proveniva da università internazionali. Anche un quarto dei docenti sono internazionali.
Si rivolge agli studenti Ajay Banga, presidente del World Bank Group, invitato ad aprire l’anno in Bocconi: "Chi studia oggi lo fa in un mondo incertezze e di una complessità senza precedenti. La tempesta perfetta di sfide che vanno ad aggravare le disuguaglianze". "Nei Paesi in via di sviluppo – aggiunge – la crescita sta regredendo. Cento milioni di persone sono in condizioni di rischio di povertà. Nei Paesi emergenti l’indebitamento è raddoppiato, questo vuol dire che le persone devono lottare sempre di più per mantenere se stessi e le proprie famiglie". Chiude coinvolgendo i giovani: "Cosa ci si aspetta da voi? Che siate leader". E ricorda gli strumenti da mettere in valigia per esserlo realmente: "Senso di urgenza e senso di umiltà; la curiosità con la quale mettere in discussione tutto quanto, sempre. La competitività come desiderio di arrivare primi, ma sempre insieme alla propria squadra e la semplicità, che è la cosa più difficile: superare il rumore per capire quel che conta davvero. Il tutto con senso di equilibrio".
Tra studenti, ricercatori e professori, sul palco ci sono anche gli ex bocconiani e Silvia Candiani, presidente della Bocconi Alumni Community, ricorda come "gli oltre 144 mila alumni siano parte attiva della comunità e diffondano ogni giorno i valori dell’università nel mondo". "I legami tra generazioni di alumni creano un flusso continuo di interazioni e collaborazioni che alimenta la crescita e la forza della comunità con un forte impatto sulla società". Anche in tema di parità di genere.