
di Marianna Vazzana
Blindati di polizia e carabinieri a sbarrare la strada: il corteo di una ventina di auto, pronte a raggiungere Palazzo Lombardia partendo da via Clerici all’angolo con viale Fulvio Testi, è stato bloccato prima ancora di iniziare, ieri pomeriggio alle 17.30.
Non c’è stato quindi nessun serpentone di macchine, come aveva programmato il "Movimento imprese italiane" che aveva diffuso l’iniziativa sui social per protestare contro le misure del nuovo Dpcm. Gli organizzatori erano stati diffidati il giorno prima dalla Questura "dal mettere in pratica la manifestazione, non preavvisata e indetta on line". Sul manifesto digitale, tra gli aderenti figuravano sigle come "Gilet arancioni Lombardia", "Anime bianche", "Unità nazionale", "Ultimi Sovrani", "Io sto con Paolo Polli", "Federazione Popolo Sovrano". Si temevano tensioni, dopo i disordini di lunedì, e la possibilità che qualche partecipante esterno potesse infiltrarsi. "Ma noi siamo dei lavoratori, non legati a gruppi di estrema destra né di estrema sinistra", ha sottolineato Maurizio Pinto, tra gli organizzatori, presentatosi come imprenditore del settore tessile in arrivo da Sanremo, affiancato dallo chef Tano Simonato, del ristorante "Tano passami l’olio" di via Petrarca a Milano.
"Chiediamo che venga annullato e ritirato l’ultimo Dpcm del governo", e anche il coprifuoco e lo stato di emergenza, perché secondo i dimostranti "non c’è emergenza. Il Covid esiste ma si può curare come un’influenza. Si fa allarmismo mentre noi vogliamo solo lavorare". Il corteo d’auto mai partito è riuscito solo a mandare il traffico in tilt; ognuno ha raggiunto Palazzo Lombardia (presidiato) singolarmente, e lì si è aggiunta una delegazione di Gilet arancioni che si era ritrovata in un parcheggio davanti all’Ortomercato.
Intanto in piazza Scala presidiava il Cte, Comitato territoriale esercenti: in 130 hanno lanciato un appello a Comune, Regione e Governo, "consci che la sfida è sconfiggere la pandemia". Tra le richieste: contributo a fondo perduto in percentuale del fatturato 2019 per le aziende colpite dalla crisi Covid, azzeramento Cosap e Tari, Irap e Cuneo fiscale per il 2021 e 2022, crediti d’imposta per i canoni di locazione, fondo di solidarietà per il personale, sostegno ai prestatori d’opera delle attività produttive.