Bistrot chiuso causa bollette, il titolare: "Salasso da 6mila euro, corrente staccata"

Viale Romagna, cartello appeso sulla cler di 'Bosco Milano'. Gabriele Morganti: "Non ho avuto alcun sussidio statale". Serranda abbassata da 4 giorni, "per riaprire pagherò a rate"

Gabriele Morganti di 'Bosco Milano' davanti al locale chiuso

Gabriele Morganti di 'Bosco Milano' davanti al locale chiuso

Milano - «Gentili clienti , siamo chiusi perché viviamo in un Paese di m... che in un contesto del genere permette alle compagnie elettriche di staccare la corrente a chi non ha 3.200 euro per pagare una bolletta. Ma se non mi fanno lavorare, come trovo i soldi per pagare?". Il messaggio scritto a mano, in maniera ancora più colorita, è stato incollato alla serranda abbassata del bistrot “Bosco Milano“ di viale Romagna 37 in zona Città Studi dal titolare Gabriele Morganti, messo in ginocchio dalle bollette salate.

"Un salasso", spiega al Giorno. "Lunedì mattina sono arrivato al locale all’alba, come sempre, per preparare le brioche per la colazione, e mi sono accorto di non avere più elettricità. Di conseguenza non ho potuto aprire. Senza contare il danno per tutto il cibo conservato nel congelatore che è andato a male". Il gestore, di 42 anni, spiega di aver ricevuto un preavviso, "un ultimatum ma senza che fosse specificato il giorno del distacco. Così mi sono ritrovato con le mani legate". Senza poter lavorare e dovendo per forza “mandare a casa“ anche il suo dipendente. Il conto da saldare in totale è di oltre 6.300 euro, "un debito che è cresciuto perché non sono riuscito a far fronte a una spesa così alta per l’energia elettrica". E adesso? "Ho provveduto a contattare il mio fornitore per dilazionare i pagamenti. Abbiamo concordato una rateizzazione, di conseguenza nei prossimi giorni potrò riaprire. Spero al più presto, altrimenti non potrò guadagnare per poter pagare le bollette".

Il suo “Bosco Milano“ esiste da luglio del 2021. "Mi sono lanciato in questa impresa – racconta – dopo essere stato licenziato dalla compagnia Air Italy-Meridiana, per la quale lavoravo come assistente di volo. Ho perso il lavoro a febbraio 2020, prima che scoppiasse la pandemia. Reinventarsi è stata dura: nei momenti bui del lockdown, impossibile trovare un’alternativa. L’anno scorso ho rilevato lo spazio in viale Romagna e finalmente ho aperto la mia attività. Inizialmente un cocktail bar, poi trasformato in bistrot dove è possibile fare colazione, pranzo e aperitivo. Un servizio che viene apprezzato dai cittadini e dai lavoratori del quartiere".

Da quattro giorni però trovano la serranda abbassata. "Io pensavo di poter sistemare le cose prima che mi venisse staccata la corrente. I miei genitori mi hanno aiutato anticipandomi del denaro ma nello stesso tempo ho dovuto far fronte ad altre spese per il locale". Il quarantaduenne attacca il sistema: "Io non ho i requisiti per accedere ad aiuti da parte dello Stato, che sono destinati praticamente solo a donne, a chi ha meno di 33 anni e a chi commercialmente esisteva già nel 2019. Io mi sono reinventato a 40 anni". Morganti si è fatto immortalare davanti alla cler abbassata, vicino al suo cartello . "Non sono l’unico in questa situazione: le bollette sono troppo alte per moltissime famiglie e attività commerciali. Dopo aver fatto i salti mortali, quando pensavo di poter finalmente tornare a lavorare in maniera “normale“ è arrivata anche questa batosta. Io conto di poter riaprire tra qualche giorno ma devo poter essere nella condizione di lavorare al meglio. E purtroppo avrò sempre il fiato sul collo di questo debito".

 

 

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