Bisogna rendere più accessibili le informazioni web

Ruben

Razzante*

Nel nostro Paese è cresciuta la percezione della necessità di abbattere le barriere architettoniche. Vista, però, l’incalzante digitalizzazione delle attività professionali, sta diventando cruciale anche il tema dell’accessibilità degli strumenti informatici da parte di soggetti con disabilità. Insieme alle barriere architettoniche occorre quindi azzerare anche quelle digitali, che impediscono agli utenti svantaggiati di accedere ai servizi offerti on-line.L’art.3 della Costituzione sull’uguaglianza lo richiede. Dal 5 novembre 2022 i siti web e le applicazioni mobili devono adeguarsi ai requisiti di accessibilità così come definiti dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) con alcune linee guida. Risulta ampliata la platea dei soggetti obbligati a rispettare quelle norme. Oltre agli enti pubblici, ora ci sono anche: i soggetti giuridici che offrono servizi al pubblico attraverso siti web o applicazioni nei settori dell’energia, del gas, dell’acqua, del trasporto di passeggeri, ma anche relativi ai settori postali, bancari, assicurativi, sanitaria, veterinari, con un fatturato medio, negli ultimi tre anni di attività, superiore a 500 milioni di euro; le persone fisiche che svolgono attività economico-commerciale soggetta a Iva; le persone giuridiche private di natura commerciale a prescindere dalla forma assunta; gli enti del terzo settore di natura privata, nella misura in cui svolgano attività economico-commerciale soggetta a Iva. Per accessibilità si intende la capacità dei sistemi informatici di erogare servizi e fornire informazioni fruibili senza discriminazioni anche da parte di coloro che, a causa di disabilità, necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari. I gestori dei siti web degli enti pubblici e delle aziende private assoggettate a questo vincolo dovranno dotarsi di una dichiarazione di accessibilità da aggiornare il 23 settembre di ogni anno.

*Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica

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