ANDREA GIANNI
Cronaca

Bindellina, il palazzo nel cortile: congelata la pratica. “Volumi da chiarire”

Gli esposti dei residenti e la decisione del Comune, i costruttori dovranno presentare integrazioni. Tra i nodi la distanza rispetto alle case circostanti: così ci tolgono la luce

Una foto dei cantieri scattata dalla finestra del condominio in via Veratti

Una foto dei cantieri scattata dalla finestra del condominio in via Veratti

Milano – Il Comune di Milano, con la richiesta di una serie di chiarimenti ai costruttori, ha sospeso il procedimento per il permesso di costruire. Pratica “la cui prosecuzione potrà avvenire solo a seguito della presentazione delle integrazioni atte a superare i rilievi”, con al centro anche la questione delle volumetrie e delle distanze della nuova costruzione in via Gassendi 12 rispetto agli edifici circostanti.

Un nuovo capitolo nella battaglia del comitato di quartiere e del condominio in via Veratti 2 contro un progetto che cambierà il volto della via privata della Bindellina: il cuore del borgo Cagnola, zona anticamente contadina e dal passato operaio, a poca distanza dal Portello e dall’ex area industriale Alfa Romeo. “Alla luce del provvedimento del Comune – spiega l’avvocata Veronica Dini, legale del comitato Bindellina e delle famiglie di via Veratti 2 – chiediamo che vengano sospesi immediatamente i lavori in corso. Per questo presenteremo una nuova istanza agli uffici competenti”.

Nei giorni scorsi l’avvocata Dini e lo studio Saltalamacchia avevano scritto una lettera al Comune e presentato un esposto alla Procura di Milano, chiedendo di “valutare la possibilità di procedere al sequestro dell’area di cantiere” per un presunto abuso edilizio. Mossa a cui ha fatto seguito la comunicazione della Direzione rigenerazione urbana di Palazzo Marino, inoltrata ai costruttori e anche ai firmatari degli esposti contro il progetto, che interrompe i termini del procedimento in attesa di valutare le integrazioni chieste all’impresa, facendo riferimento anche alle segnalazioni dei residenti contrari all’opera e alla relazione della polizia locale, che nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo.

Gli uffici comunali chiedono quindi una “tavola di verifica del lotto funzionale su cui insiste l’intervento”, e poi una “tavola grafica di verifica dei principali indici urbanistici” come superficie coperta, occupata e filtrante, e la “verifica dell’indice di edificabilità fondiaria”. Tra le integrazioni chieste anche le “verifiche” sulle distanze rispetto ai fabbricati circostanti. Il Comune, tra l’altro, ha espresso “parere negativo” sul progetto della rete interna di fognatura, chiedendo che venga “corretto delle criticità osservate”, che riguardano tra gli altri aspetti lo smaltimento delle acque del “corsello box e della rampa”, le quote altimetriche e lacune sulla “esatta perimetrazione dell’area di proprietà”. Questioni tecniche che, di fatto, congelano la pratica con al centro l’istanza di permesso di costruire presentata lo scorso 14 ottobre, qualificando l’intervento come nuova edificazione dopo che il Comune aveva ordinato di “sospendere le opere intraprese nel fabbricato” in precedenza autorizzate con Scia.

Sull’area nel cortile, prima occupata da un capannone, dovrebbe sorgere un palazzo di cinque piani che, secondo il comitato e le famiglie di via Veratti 2, oltre a “togliere luce e sole alle case circostanti”, comporterebbe un impatto sui servizi nel quartiere dato dall’arrivo di nuovi residenti. Online vengono pubblicizzate “residenze smart” con un “design versatile”, bilocali che hanno come target “studenti e giovani professionisti” sfruttando anche la vicinanza con il campus in Bovisa del Politecnico.

Una battaglia di quartiere che si inserisce nella più ampia partita dell’urbanistica milanese, con la serie di inchieste della Procura di Milano su presunti abusi edilizi e nuove costruzioni fatte passare per ristrutturazioni, che hanno messo sotto la lente decine di operazioni di sviluppo immobiliare che hanno cambiato il volto della città. Inchieste sfociate in tre cantieri posti sotto sequestro e nei primi rinvii a giudizio di dipendenti comunali, professionisti e costruttori, come nel caso della Torre Milano in via Stresa. Una partita che si gioca anche sui tavoli della politica nazionale, con il rebus del salva-Milano, mentre sono rimaste in un limbo le famiglie che stavano comprando casa in alcuni dei palazzi in costruzione finiti al centro di indagini.

Tornando alla Bindellina, l’allarme nel condominio in via Veratti 2 è scattato quando a gennaio sono comparse ruspe e operai al lavoro nel cortile sotto le finestre. Lavori che hanno dato origine alla richiesta di sequestro inoltrata alla Procura. Le ragioni del fronte contrario sono sintetizzate da Andrea Buzzi, uno dei residenti del condominio: “Per anni abbiamo dovuto convivere con il rumore dei server in funzione nel capannone che è stato demolito, e se dovesse essere edificato il palazzo di cinque piani perderemmo sole, luce e aria, trovandoci con le finestre dei vicini a pochi metri dalle nostre”.