di Marianna Vazzana
"Fuori gli speculatori dal quartiere". Lo striscione eloquente è appeso a un cancello di via Bodoni, al quartiere Cagnola, dove gli abitanti riuniti nel comitato spontaneo “Bindellina“ hanno organizzato un presidio pubblico nei giorni scorsi con l’obiettivo di "salvare l’anima della zona dalla violenza immobiliare". Siamo a due passi da piazzale Accursio, al cospetto di un complesso edilizio risalente ai primi anni del Novecento. Un angolo da vecchia Milano che ha ereditato il nome (Bindellina) forse prendendolo dalla sua antica cascina o forse da botteghe che realizzavano nastri, bindèll in dialetto milanese. Ora sono in programma due progetti immobiliari, "uno – spiega Dino Taddei, tra i promotori del comitato di cittadini – che snaturerà totalmente l’edificio storico per realizzare costosi appartamenti, tra via Bodoni e via Bindellina. L’altro, in via Gassendi, prevede la costruzione di altre residenze". Progetti urbanistici che comporterebbero abbattimenti e la cancellazione di luoghi simbolici, tra cui un piccolo teatro di quartiere, attivo fino a qualche anno fa. "Noi non siamo contrari alla riqualificazione ma chiediamo che si rispetti il contesto e che non si faccia passare per ristrutturazione quella che è a tutti gli effetti l’eliminazione del passato e di tutti i centri di aggregazione". Da qui la protesta in strada. "Proponiamo un percorso diverso che tenga conto della storia, delle volumetrie, del verde e degli spazi pensati per un uso collettivo".
I cittadini hanno sostegno politico. Il consigliere comunale Tommaso Gorini (Verdi) evidenzia che "i vecchi palazzi, abbandonati strategicamente dai proprietari (perché non si può riqualificare se prima non si lascia attecchire il “degrado”) sarebbero demoliti. Anche il piccolo teatro verrebbe distrutto per realizzare la rampa d’accesso al parcheggio delle nuove residenze. Ci batteremo con il comitato perché questo non succeda".
Interviene pure il consigliere regionale del Patto Civico, Luca Paladini: "Abito in questo quartiere da quando sono nato. Qui vogliono fare un’operazione che chiamano riqualificazione ma è l’ennesimo scempio urbanistico. La villetta storica che vogliono abbattere è stata teatro di lotte sindacali, luogo di artisti, sede del neonato Arcigay locale, spazio di mille corsi. Ora è in stato di abbandono ma resta un gioiello da preservare".
E si dice "totalmente contraria all’operazione edilizia" anche Giulia Pelucchi, presidente del Municipio 8. "Come Municipio abbiamo dato indicazione negativa al progetto, tramite il nostro rappresentante nella Commissione Paesaggistica del Comune. Si tratta di un’area privata e la nostra competenza si ferma lì. Abbiamo incontrato il comitato e chiesto un incontro con l’assessore Tancredi con il quale siamo già in contatto per fermare un’altra operazione in via delle Ande, al Gallaratese: si vuole abbattere un piccolo edificio per costruire un palazzo di 6 e più piani. È urgente rivedere velocemente le regole del Pgt".