Bimbo precipitato dalle scale a scuola, solo nel corridoio: pochi secondi per morire

Il pm in sopralluogo nell'istituto di via Pirelli. I primi rilievi: un istante è bastato al piccolo per scivolare da 11 metri

Soccorsi immediati per il piccolo

Soccorsi immediati per il piccolo

Milano, 24 ottobre 2019 -  È ancora il momento dello strazio, le indagini non hanno fretta. Il pm Letizia Mocciaro, titolare del fascicolo per omicidio colposo sulla morte del bimbo precipitato nella tromba delle scale alla scuola elementare Pirelli, nelle prossime ore andrà in sopralluogo nell’istituto che si trova in zona Bicocca.

Il magistrato ha intenzione di sentire nuovamente alcuni testimoni e di acquisire a breve la cartella clinica del piccolo per chiarire come le lesioni siano avvenute e quali siano state esattamente le conseguenze. Eventuali iscrizioni nel registro degli indagati potrebbero avvenire solo successivamente. Prima di procedere, oltre a riascoltare insegnanti e personale della scuola per ricostruire l’esatta dinamica della tragedia, il magistrato esaminerà anche il regolamento scolastico. E dall’organigramma dell’istituto dovrà capire se il personale in servizio fosse sufficiente a garantire la sorveglianza degli alunni.

Secondo le indagini, l’incidente è avvenuto in pochissimi secondi subito dopo che il piccolo, non ancora 6 anni, aveva avuto dalla bidella il permesso di lasciare il bagno e di tornare in classe, mentre la collaboratrice scolastica stava aspettando sulla soglia della toilette altri due bambini di altre due classi. Lungo il tragitto , stando ai primi accertamenti, il bimbo, da tutti descritto come «tranquillo», ha preso la sedia della bidella con le rotelline e l’ha trascinata fino alla ringhiera da cui si è affacciato perdendo poi l’equilibrio e precipitando al piano seminterrato con un volo di oltre 11 metri. Una delle varie questioni che inquirenti e investigatori si stanno ponendo, è se sia corretto che le aule delle prime elementari siano collocate all’ultimo piano di un istituto scolastico.

Per cinque giorni il bambino, vegliato dalla famiglia, dai parenti e dagli amici più cari, ha lottato su un letto del reparto di Rianimazione. Venerdì mattina era arrivato in fin di vita al pronto soccorso del Niguarda dopo la caduta. Un volo di dodici metri nel vano scale della scuola. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri avrebbe fatto tutto da solo. Con una sedia con le rotelle si sarebbe arrampicato sulla ringhiera delle scale. Ma ha perso l’equilibrio ed è caduto giù. Quando è stato soccorso aveva gravissime fratture su tutto il corpicino, lesioni agli organi interni e un serio trauma cranico.

I medici del reparto di Neurochirurgia hanno fatto il possibile per salvarlo. Mantenuto in coma farmacologico, non ha mai dato segni di ripresa. Finché, martedì mattina, i medici hanno capito che non c’era più nulla da fare. «Come ministro e come genitore mi sento in colpa ogni volta che accade una tragedia – ha dichiarao il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti – ma questo accadimento ci costringe a riflettere sull’importanza che la scuola sa sicura e che le persone siano nelle condizioni di fare al meglio il loro mestiere». «Io e il Comune di Milano siamo a disposizione – ha detto ieri il sindaco Giuseppe Sala – ma, cercando di interpretare quello che sta esprimendo la famiglia, credo che sia meglio che vivano questo momento in maniera estremamente privata».

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