MONICA AUTUNNO
Cronaca

"Diritti negati a nostra figlia disabile. Alla materna può stare solo 3 ore"

La piccola, affetta da un ritardo psicomotorio dovuto a una malattia rara, può fermarsi solo fino a mezzogiorno. Manca chi possa darle da mangiare e cambiarle il pannolino. Le madri affidarie lanciano una petizione

Marina Mollica, insegnante, e Katya Caterino, educatrice

Bussero (Milano) - ​Il pasto di mezzogiorno è uno scoglio, il cambio pomeridiano del pannolino anche, "mia figlia, disabile, privata del diritto alla scuola dell’infanzia". Per la piccola Beatrice, tre anni, affetta da una malattia rara, tre ore a scuola invece di sette. La petizione online lanciata dalla mamma affidataria Katya Caterino non fa sconti: "Sono diritti fondamentali, è una vergogna". Il caso fa discutere, dalla scuola una replica immediata: "Attacco ingiusto, stiamo lavorando senza sosta, e una soluzione è vicina. Ma vi sono complessità, e tempi".

Beatrice ha tre anni, una sindrome genetica rara e un ritardo psicomotorio. Da due anni la sua casa è a Bussero, con la coppia di mamme affidatarie Katya Caterino e Marina Mollica, una educatrice, l’altra insegnante. Giocattoli ovunque nell’appartamento, la piccola riposa nella stanza accanto. Il racconto della coppia. "La scuola era informata dell’inserimento della bambina da tempo. Non vedevamo l’ora. La bambina socializza, impara, intreccia relazioni. La scuola è fondamentale". Ma ecco il problema. Alla bambina sono assegnate due figure di sostegno e una asa (ausiliaria socio assistenziale) specializzata, ma quest’ultima solo al mattino. Rimangono ancora “scoperti“ il delicato momento del pasto, per cui occorre una figura idonea, e le ore pomeridiane. In pratica "Beatrice – recita la petizione – nonostante abbia due insegnanti di sostegno e un educatore, non viene ammessa a scuola per più di tre ore al mattino perché nessuno le può dare da mangiare e nessuno le può cambiare il pannolino nel pomeriggio".

Ancora le mamme: "Abbiamo atteso. Ma ora basta: era necessario smuovere le acque". Più temi. "Dovendo ritirare la piccola alle 12 – spiega Katya Caterino – non posso lavorare. Ed è una situazione che non può continuare. Ma il vero tema è un altro. Beatrice ha diritto al tempo pieno, come gli altri. In queste ore ci scrivono tante famiglie nella stessa situazione". L’intoppo , e un pelo di rimpallo di responsabilità, fra Comune e scuola, su chi avrebbe dovuto, per tempo, reperire il personale mancante. Dall’amministrazione comunale un’importantissima erogazione in denaro in seno al piof, "alla ricerca abbiamo provveduto noi – così la dirigente Monica Meroni – ed è stato lungo e difficile. Abbiamo contattato decine di cooperative. Ora ci siamo. Le mamme saranno convocate a breve per l’illustrazione del percorso: per ora copriremo il pasto, poi il resto. È una bimba di tre anni. Un inserimento graduale è nell’ordine delle cose".

Una chiosa amara. "Le scuole operano in condizioni di difficoltà, fanno i salti mortali. Spiace, molto, che la famiglia abbia scelto di interfacciarsi in questo modo". Dal Comune interviene l’assessora all’educazione Ornella Ponzellini: "Come amministrazione abbiamo fatto tutto ciò che potevamo. Non solo erogando i fondi, ma anche finanziando dotazioni strutturali che erano indispensabili alla piccola. Domani avremo un incontro a scuola, faremo il punto. Ma la soluzione è vicina".