
Tiziana Vettor docente Bicocca
Milano, 8 marzo 2018 - Partono da una Bicocca al femminile – dove la parità di genere è realtà anche nei numeri del personale e degli studenti (dei 32.841 iscritti, 20.076 sono donne e 12.765 uomini) - gli Stati generali dello Smartworking. Oggi, alle 14,45 nell’edificio U6 dell’ateneo, il convegno sulle “Prospettive del lavoro agile nell’impiego pubblico e privato”.
Un incontro per approfondire una nuova modalità lavorativa, basata sulla flessibilità, e nata per agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Alla regia il Comitato Unico di Garanzia d’ateneo dell’università di Milano-Bicocca. Fra i relatori, il rettore Cristina Messa e Marusca Giacomini, HR manager Microsoft, L’evento è organizzato nell’ambito dell’iniziativa L’Europa è per le donne. Empowerment femminile, media e TIC: la chiave per il futuro. «Lo smartworking è una modalità di lavoro flessibile introdotta dalla legge 81 del 2017, basata su un accordo tra le parti e avente il duplice scopo di incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro», spiega Tiziana Vettor, delegata del rettore per la tutela antidiscriminatoria, le pari opportunità e il benessere organizzativo. Una modalità di lavoro che riguarda sia il settore privato che quello pubblico, e che viene applicato anche in ateneo.
«Milano-Bicocca dedica ampio spazio alla componente femminile, che è ad esempio maggioritaria fra gli studenti – continua Vettor –. Nella prospettiva di un miglior bilanciamento delle esigenze di vita e di lavoro abbiamo realizzato diverse azioni: nido d’infanzia interaziendale Bambini Bicocca, scuola dell’infanzia Bambini Bicocca, ma anche forme di lavoro flessibile tra le quali il telelavoro, la cui linea di confine con lo smartworking appare in effetti molto sfumata».
Si punta anche a «iniziative volte a prevenire e contrastare il verificarsi di ipotesi lesive della dignità e del benessere delle persone in ateneo – aggiunge Vettor –. Sia mediante un’attività capillare di informazione e formazione, sia attraverso l’istituzione di specifici organismi come il Comitato unico di garanzia e la Consigliera di fiducia, preposti alla soluzione in caso di insorgenza di questi problemi».