
L'avvocato Alessandra Calabrò in tribunale con Niccolò Bettarini
Milano, 20 dicembre 2018 - "L'integrazione istruttoria odierna disposta dal gip Guido Salvini è stata determinante per l'accertamento definitivo dei fatti. L'audizione di Niccolò Bettarini e dei tre testimoni diretti dei fatti ha chiarito definitivamente la dinamica di quanto accaduto lo scorso 1 luglio". E' quanto ha affermato l'avvocato Alessandra Calabrò, difensore di Niccolò Bettarini a margine dell'udienza di oggi a Milano. "Inoltre, la perizia sulla cartella clinica ha chiarito l'idoneità delle numerose coltellate a cagionare l'evento morte del mio assistito", ha aggiunto il legale. "A seguito del rigetto di ulteriori richieste di prova formulate dai difensori degli imputati, ritenute assolutamente irrilevanti, il giudice ha dichiarato chiusa l'istruttoria, fissando l'udienza del 9 gennaio per la discussione del pubblico ministero e di tutti i legali", ha concluso l'avvocato Calabrò.
"VOLEVO AIUTARE UN AMICO" - "Sì sono stato riconosciuto come il figlio di Bettarini, la frase su di me che i miei aggressori hanno detto è stata confermata oggi sia da me che dalla mia amica, anche se penso che questo non è stato il vero motivo dell'aggressione, ma sono entrato in qualcosa di scomodo perché volevo solo aiutare un amico". Così Niccolò Bettarini, il figlio 20enne dell'ex calciatore Stefano e della conduttrice tv Simona Ventura, ha ricostruito la sua testimonianza resa nel processo a carico di quattro giovani accusati di tentato omicidio per averlo preso a calci e pugni e accoltellato fuori da una discoteca milanese lo scorso 1 luglio. In aula, davanti al gup Guido Salvini, altri due testi, un'amica e un amico di Bettarini, hanno, in sostanza, confermato il racconto della stessa vittima dell'aggressione.
PERIZIA: "FERITE POTENZIALMENTE MORTALI" - Dall'esame "della documentazione clinica" e da altre analisi è emerso che "non si è mai concretizzato un attuale pericolo per la vita" per Niccolò Bettarini, ma le "caratteristiche" dell'arma utilizzata, le "modalità" dell'azione e le lesioni "al torace e all'addome" risultano "astrattamente del tutto idonee a provocare" ferite "potenzialmente ad esito letale". E' quanto ha scritto il medico legale nella perizia sull'entità delle lesioni disposta dal gup di Milano Guido Salvini nel processo abbreviato a carico dei 4 giovani imputati per tentato omicidio per l'aggressione a calci, pugni e coltellate a Niccolò Bettarini.