Carcere Beccaria Milano, sbarrate le vie di fuga. Il Pd: più psicologi per i ragazzi

Delegazione dem nel carcere minorile. Quartapelle: "Bisogna investire sulle misure alternative"

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di Massimiliano Mingoia

Le misure infrastrutturali per evitare nuove fughe dal “Beccaria’’ sono state rafforzate ma una parte del carcere minorile resta tuttora inagibile a causa dell’incendio appiccato da alcuni detenuti subito dopo che sette loro compagni sono riusciti ad evadere dalla struttura nel giorno di Natale. Circa 25 detenuti sono stati trasferiti altrove proprio a causa dell’inagibilità dell’ala andata a fuoco.

Questo, e non solo, è quanto emerso dal racconto di una delegazione di esponenti del Pd che ieri pomeriggio ha visitato il Beccaria accompagnata dalla direttrice del carcere, Maria Vittoria Menenti. Della delegazione dem facevano parte la deputata milanese Lia Quartapelle, il consigliere regionale Pietro Bussolati, il presidente della sottocommissione Carceri del Comune Alessandro Giungi e il vicepresidente Daniele Nahum. "Lo scopo della nostra visita, che non è la prima e non sarà l’ultima – spiega Quartapelle – era di incontrare il personale e le persone detenute e di verificare le condizioni della struttura a dieci giorni dalla fuga dei sette ragazzi. Eravamo stati al Beccaria il 1° settembre e, a distanza di quattro mesi, le situazioni di difficoltà non sono cambiate, a partire dal cantiere aperto da ormai 16 anni, un tempo lungo per un edificio normale, figuriamoci per un istituto penale".

La parlamentare del Pd sottolinea che "bisognerebbe fare di più per assistere i giovani detenuti che hanno problemi di salute mentale. Serve l’assunzione di psicologi e psichiatri. Regione Lombardia dovrebbe investire più fondi su questo tema. L’obiettivo principale della detenzione deve essere il recupero di questi ragazzi. In questa direzione, occorre creare comunità specifiche esterne al carcere dove far scontare la pena con misure alternative. Noi del Pd lavoreremo per realizzare questa soluzione".

Giungi, intanto, osserva: "Abbiamo riscontrato che la situazione di sovraffollamento nella struttura permane, quindi è importante procedere rapidamente alla conclusione dei lavori. Già nel 2015, con interventi in Consiglio comunale, denunciavo che la presenza del cantiere era un problema per il Beccaria". Nahum aggiunge che "come sottocommissione Carceri torneremo entro gennaio al Beccaria per continuare a monitorare la condizione dei ragazzi reclusi e le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria e degli operatori sociali".

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