Milano - «Non sono mai andata bene in matematica. Quando ho iniziato fisica le aspettative non erano alte. Credevo di non farcela. E invece ho scoperto un mondo". Che ha portato Beatrice Panico, 17 anni, dal liceo artistico Brera di Milano ai laboratori dell’Istituto di Fisica Nucleare di Legnaro (Padova) dove, a chiusura di uno stage di due settimane con 52 giovani talenti da tutta Italia, ha vinto il “Premio Graziano Fortuna“ realizzando pure un video-documentario sul passaggio dei satelliti Meteosat. Quando c’è stata la svolta? "In terza. Grazie al mio professore di matematica e fisica che ha creduto in me. Mai avrei pensato di appassionarmi alla fisica. Mi sembrava lontanissima. Mi sono iscritta al laboratorio di fisica applicata a scuola, in orario extrascolastico. Ho aperto gli occhi, toccato con mano la teoria. E sono riuscita a spiccare". Arrivando al quartier generale dell’Istituto di Fisica Nucleare. "Può andarci solo uno studente per scuola, mi hanno detto che ero la prima in graduatoria. Non potevo rinunciare: quando mai mi sarebbe ricapitato nella vita? Anche se ero spaventatissima, vengono tutti da scuole diverse dalla mia, io ero l’unica studentessa dell’artistico". E com’è andata? "Il primo giorno è stato traumatico. Non è certo la fisica che si fa a scuola. Poi ho recuperato alla grande: abbiamo utilizzato i macchinari, capito come funzionano gli acceleratori di particelle, fatto misurazioni. E ho stretto tante amicizie, sperimentando sul campo quello che dicono sempre i miei prof: nei gruppi di ricerca la diversità premia. Non avevo mai fatto informatica prima, ho iniziato a usare qualche programma. Altra via da non escludere a priori per il futuro, viste le richieste del mondo del lavoro ". Scienza e arte: due pianeti non così lontani? "Più vicini che mai. Prima di tutto perché entrambi sono mossi dalla curiosità. Anche la scienza ...
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