MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, il barista accoltellato nel suo locale rivela: "Ho rischiato di morire tre volte"

Willy era già stato aggredito ad aprile 2021 e poi tre mesi dopo. Ora lancia un appello: "Sul Naviglio Pavese serve un presidio"

Milano, il barista accoltellato nel suo locale rivela: "Ho rischiato di morire tre volte"

Milano - ​Uno sfregio sulla guancia e una ferita al fianco. "Quell’uomo mi ha sfigurato e poi mi ha conficcato tutta la lama nel corpo. Ho avuto paura di morire. È la terza volta che vengo aggredito nel mio locale: vorrei solo che non accadesse mai più. Vorrei non rischiare più la vita mentre sono al lavoro". Wael Barsoom detto “Willy“, egiziano di 43 anni proprietario del Willy’s Pub al civico 8 dell’Alzaia Naviglio Pavese, parla dal letto d’ospedale. Ricoverato da due giorni al Policlinico dopo essere stato accoltellato da un ventisettenne marocchino, irregolare e con precedenti, la notte tra giovedì e venerdì. L’aggressore è stato immortalato da alcuni presenti dopo l’attacco, mentre ancora agitato si aggirava lungo l’Alzaia con il coltello in mano rovesciando pure l’ombrellone di un gazebo. Finché non è stato bloccato con il taser dai poliziotti delle Volanti.

Willy è ricoverato al Policlinico da due giorni. Le ferite sono state medicat
Willy è ricoverato al Policlinico da due giorni. Le ferite sono state medicat

Cosa ha fatto scattare l’aggressione?

"Quest’uomo si è presentato davanti al locale poco prima dell’1. Aveva “una brutta faccia“, nel senso che era giù ubriaco o comunque chiaramente alterato dall’uso di alcol o sostanze. Pretendeva di sedersi su un divanetto del dehor, occupando da solo un tavolo da 6 persone. Io ho cercato di tenerlo buono: siccome aveva una birra in mano gli ho detto di finire la sua birra con tranquillità e di presentarsi dopo. Sperando non tornasse...".

E invece?

"Dopo una ventina di minuti è tornato. E voleva la stessa cosa: sedersi sul divanetto. Io non lo avrei nemmeno servito, visto lo stato in cui si trovava. Ma per non farlo agitare ho cercato di prenderlo con le buone e nello stesso tempo di allontanarlo, sia per evitare che occupasse da solo un tavolo da 6 e sia perché quel punto è molto visibile e avrebbe di sicuro tenuto lontano altri avventori. Ho cercato di convincerlo a spostarsi, gli ho chiesto “ma quanti siete?“ e lui mi ha risposto “siamo in cento“. Allora gli ho detto chiaramente “se sei solo, ti faccio sedere in un tavolo singolo o da due persone. Ma si è innervosito e ha tirato fuori un coltello a serramanico. In un lampo mi ha squarciato la faccia, con un taglio dalla basetta alla guancia. Poi mi ha conficcato tutta la lama nel fianco sinistro. È stato talmente veloce che non ho avuto neanche il tempo di scansarmi. Poi mi sono accasciato. Ero pieno di sangue".

Ha chiamato il 112?

"No, per fortuna c’erano delle Volanti di passaggio che sono intervenute. Non è stato semplice perché quell’uomo era agitatissimo e violento, con il coltello ancora in mano".

Nel frattempo è arrivata anche l’ambulanza?

"Sì. I soccorritori mi hanno visitato e poi mi hanno accompagnato al Policlinico. In ospedale mi hanno suturato la ferita al viso, con 5 punti, e medicato quella al fianco. È un punto delicato e ho dovuto affrontare un’operazione chirurgica (ieri pomeriggio, ndr ). Di sicuro non sto bene, non solo a livello fisico: è la terza volta che subisco un’aggressione in meno di un anno e mezzo, sempre nel mio locale".

Cosa era successo le altre due volte?

"La prima volta era la fine di aprile 2021. Una donna pretendeva che le servissi da bere dopo le 22 ma c’era il coprifuoco anti Covid, quindi mi sono rifiutato di accontentarla. A quel punto lei ha iniziato a urlare, attirando dentro il locale 4 persone (due italiani di 23 anni, un egiziano di 22 e un brasiliano di 24, poi fuggiti verso via Gola, bloccati dalla polizia e indagati per lesioni aggravate e danneggiamento aggravato, ndr ). Mi hanno dato un pugno in faccia e mi hanno tirato il narghilè sulla fronte, provocandomi una ferita poi suturata con 10 punti e un’altra più lieve. Poi hanno devastato il locale, procurandomi danni per circa 5mila euro. Tre mesi dopo, un avventore tunisino mi ha scagliato un tavolino addosso colpendomi al fianco destro e causandomi la rottura di due costole. In quell’occasione non mi ero rivolto alle forze dell’ordine. Io chiedo un presidio fisso sull’Alzaia del Naviglio Pavese perché la situazione è pericolosa. Non posso temere di rischiare la vita ogni volta che sono al lavoro".

Da quanto tempo lavora sull’Alzaia?

"Ho aperto il locale da 4 anni e 3 mesi ma la situazione è degenerata nell’ultimo anno e mezzo. Vorrei solo poter lavorare tranquillo. Io sono un padre di famiglia, vivo a Milano da 21 anni. In Egitto ho studiato Archeologia e storia dell’arte greca e romana e sono arrivato in Italia grazie a una borsa di studio per studiare la lingua italiana. Non immaginavo che un giorno avrei dovuto subire tre aggressioni".

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