ANNA GIORGI
Cronaca

Milano, là dove c'erano i capelloni: Barbonia City o l'inizio del '68

Lo definirono "il fenomeno di un anno"

DOCUMENTI Foto dal libro «Barbonia City»  di Walter Pagliero (Vololibero) e alcuni titoli della feroce campagna di stampa contro gli «zazzeruti»

DOCUMENTI Foto dal libro «Barbonia City» di Walter Pagliero (Vololibero) e alcuni titoli della feroce campagna di stampa contro gli «zazzeruti»

Milano, 28 luglio 2018 - «Capelloni arrendetevi, capelloni è finita»: l’alba del 22 giugno del ’67, venti pattuglie della polizia schierate, commissari con pistola e megafono, elicotteri che volavano sul cielo dell’ultimo tratto di via Ripamonti, là dove la città da due, tre chilometri abbondanti si era ormai dispersa, liquida, nella campagna più estesa. Era il giorno dello sgombero di Barbonia City, il primo grande accampamento beat di Milano, seguito da disinfestazione con Ddt «per motivi igienici». Era stato il «fenomeno di un anno» l’accampamento, addirittura un esperimento durato pochi mesi. «Gli zazzeruti», come li chiamavano i giornali dell’epoca, oltre alla moda dei capelli lunghi avevano proposto un embrionale, ma forte, programma rivendicativo: pace, tolleranza, libertà sessuale e lotta all’economia dei consumi.

Quel «fenomeno di un anno» che i poliziotti inquadrarono in una «questione di mode effimere e superficiali» fu invece l’indispensabile premessa di una rivoluzione ben più profonda, quella del ’68. E i primi fermenti ideologici erano nati proprio lì, in quell’accampamento di un centinaio di giovani “viaggiatori” che nell’ultimo lembro di città, via Ripamonti, e prima ancora nella «Cava», i sotterranei di un locale in via Montenero, pensavano a come sovvertire le regole di una società chiusa e bigotta, e queste regole le avevano messe per iscritto nel loro giornale: “Mondo Beat”. Gennaro De Miranda, Vittorio Di Russo, Melchiorre Gerbino, Umberto Tiboni, Gianni De Martino, tra i leader di “Mondo Beat”, invitarono tutti i giovani accampati ad uscire dalla Cava, redazione della rivista.

Abbassarono le saracinesche del locale di via Montenero e affissero un cartello con le indicazioni per arrivare al Vigentino, capolinea della linea 24 del tram, dicendo a tutti di portare tende, coperte e sacco a pelo. Fu così che nacque il campeggio ribattezzato dalla stampa «New Barbonia o Barbonia City». E di pari passo con al nascita del campeggio iniziò una campagna stampa contro «i capelloni» durissima. La Notte e altri quotidiani pubblicarono alcuni reportage dai titoli significativi: «La donna facile: dormiamo in quattro?». «Dimenticano ogni morale: loro suonano, lei si spoglia», e ancora: «A Barbonia City c’è la libertà d’imparare tutti i peggiori vizi: si diventa facilmente omosessuali e ogni tanto arriva anche la droga». Un altro articolo spiegava, riferendosi ai giovani: «Questa fauna locale parla di sesso beat, matrimoni beat, figli beat...» Il 12 giugno 1967 il Corriere della Sera dedica una intera pagina alla vita depravata dei capelloni titolando: «Nel campeggio di via Ripamonti si celebrano persino nozze sacrileghe».

Inevitabile lo sgombero, che avvenne in modo eclatante: doveva servire da esempio per tutti. L’unico articolo controcorrente fu quello della scrittrice Elsa Morante che per prima coniò lo slogan: «Sono anch’io una capellona». E poi, citando l’arte, «se dovessimo arrestare tutti quelli che hanno i capelli lunghi, allora cosa avremmo dovuto fare con Raffaello...» Il quotidiano Il Giorno uscì con una pagina che riportava il parere degli esperti su come recuperare questi ragazzi «perduti». L’ispettrice di polizia Maria Del Puglia in una intervista dichiarava: «Ci sono sempre stati gli scappati di casa e sempre ci saranno, sono in fondo dei disadattati. Per le donne il discorso è diverso, sono più ostiche e difficilmente quelle trovate nell’accampamento si potranno recuperare. Comunque possiamo dire ufficialmente e con certezza che il fenomeno è finito». Finito sì, perché cominciava la rivoluzione vera: il Sessantotto era alle porte.

Anna Giorgi

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro